Lucca, 31 dicembre 2024 – Va male, è difficile pensare che potrebbe andare peggio. Le condizioni di salute della nostra aria si sono aggravate nel corso dell’anno e in queste ultime settimane in particolare. Peggio di noi forse soltanto la Pianura Padana. Nell’arco del 2024 si sono accumulati ben 48 giorni di sforamento del limite di guardia di 50 microgrammi di polveri sottili. E anche ieri è stata una giornata da bollino nero con condizioni meteo e di pressione che niente altro hanno fatto che “schiacciare“ verso il basso lo smog aumentandone la concentrazione. La combinata dei fumi da riscaldamento, delle auto e delle aziende nella nostra “conca“ lucchese – per conformazione geografica refrattaria al ricambio d’aria – è micidiale.
“Purtroppo trovarsi nella morsa tra monti al nord e al sud crea un ristagno impedendo la ventilazione – conferma Michele Nucci, dirigente del settore ambiente del Comune – . Risultato: la situazione dell’aria nella Piana lucchese è critica, per questo siamo nella lente di ingrandimento della Regione Toscana. Per ora abbiamo emesso un’ordinanza di tipo strutturale di limitazione del traffico e utilizzo degli impianti di riscaldamento e altro. Ma ci sono misure contingibili che dovremo adottare se l’indice computato da Arpat attraverso la centralina di Capannori dovesse fare un ’salto’ di categoria. E ciò accade con 6 sforamenti accumulati negli ultimi 7 giorni più i 3 successivi. In quel caso lo stop alla circolazione includerebbe non più solo gli euro 3 ma anche euro 4“. Intanto, lo ricordiamo, da domani scatta l’ordinanza del Comune che vieta la circolazione stradale ai veicoli più inquinanti nella zona verde Lez (low emission zone) che praticamente è l’intero comune, escluse solo alcune zone molto periferiche e meno abitate. Quindi stop al trasporto persone (M1): benzina Euro 0 e diesel fino a Euro 3. Ciclomotori e motoveicoli: Euro 0 e Euro 1. Trasporto merci (N1, N2, N3): diesel fino a Euro 2. Autobus (M2, M3): motori Euro 0.
“E’ importante che il cittadino collabori con le buone pratiche – sottolinea Nucci –. Quindi posizionare il termostato di casa a 18 gradi e non utilizzare caminetti aperti che non siano certificati per l’abbattimento di fumi con classe tre stelle, oltre a osservare il divieto di abbruciamento all’aperto sotto i 200 metri di quota. Se non risolvono, i buoni comportamenti ripetuti senz’altro aiutano, e non poco.
Laura Sartini