MeucciEcco perché dicevano come i divieti di circolazione ai mezzi più vecchi e inquinanti lasciano il tempo che trovano. Un po’ perché riguardano una aliquota di mezzi davvero minima rispetto al complesso del parco circolante di auto, un po’ perché il problema dell’inquinamento dell’aria lucchese è di ben altra natura e complessità. Alla fine, quindi, hanno ragione i cittadini ai quali abbiamo chiesto che ne pensassero della situazione e hanno finito per dirci che ”ok i divieti“, ma se si vuole veramente una transizione ecologica efficace servono aiuti e contributi per l’utilizzo di autobus e treni. Pensiero più che condivisibile, anche perché è semplicemente la verità. Non servono né nuove strade – tanto per ribadire tutti i dubbi e le perplessità sul progetto degli assi viari – né altri divieti alle auto: serve proprio un nuovo modello di viabilità. Che privilegi i mezzi poco inquinanti come il treno, l’autobus (preferibilmente quelli a metano), le biciclette e gli altri mezzi a due ruote purché non a combustibile di origine fossile. E chi dice che la strada è lunga, bisogna rispondere che si allunga ogni giorno che non si inizia a percorrerla. Per questo saremmo felici se si archiviasse il progetto degli assi viari, come quelli di ogni nuova viabilità, spostando risorse, progetti e interessi verso tutti ciò che punta a ridurre l’impatto sull’ambiente. D’altronde, è come se fossimo a metà di un guado: da una parte c’è un passato al quale riferirsi e che vedeva al centro l’uso (spesso indiscriminato) dell’auto e del trasporto su gomma delle merci e dall’altra parte c’è un modello di futuro dove la mobilità dovrà per forza essere un’altra da quella attuale. E’ un pensiero tanto semplice quanto forte, che ha solo bisogno di essere messo in pratica.
CronacaInquinamento. Servono nuovi modelli