Cinque persone denunciate per istigazione alla corruzione. E’ il risultato che emerge dalle indagini dei carabinieri della stazione di Massarosa in merito al presunto tentativo di corruzione denunciato dal consigliere comunale di Massarosa Civica Giovanni Brocchini. La storia risale al luglio scorso, quando il consigliere, esponente di spicco della lista fondata dall’attuale sindaco Alberto Coluccini, aveva denunciato alle forze dell’ordine un tentativo di corruzione che, raccontava all’epoca in uno sfogo sui social, sarebbe avvenuto per telefono: nello specifico, a Brocchini sarebbe stata offerta una consistente somma di denaro per far cadere la maggioranza. Ieri, i carabinieri di Massarosa hanno confermato la versione di Brocchini inviando le risultanze investigative alla Procura.
Le indagini hanno consentito di avvalorare il suo racconto. E contestualmente è scattata la denuncia per istigazione alla corruzione nei confronti dei consiglieri comunali Sisto Dati, Mascia Garibaldi e Lorenzo Ghiara, insieme ad altre due persone a loro collegate: Luca Morgantini, che avrebbe fatto da tramite con Brocchini, e Stefano Allegri, consorte della consigliera Garibaldi. "E’ emerso che i cinque soggetti si erano organizzati tra loro per convincere il consigliere comunale di maggioranza a non presentarsi al consiglio comunale per l’approvazione del bilancio triennale, in modo tale da far cadere l’amministrazione in carica – spiegano gli inquirenti –; per fare ciò, gli avevano promesso una somma di denaro di circa 67mila euro e una progressione della sua carriera politica. Il tutto era avvenuto non solo tramite telefonate dirette, ma anche tramite incontri personali con la vittima che comunque non aveva mai accettato e si era rivolta subito ai carabinieri per denunciare il grave fatto.
Proprio in occasione di un incontro tra alcuni degli indagati e il consigliere comunale, quest’ultimo sarebbe stato addirittura quasi perquisito per accertare che non avesse qualche sistema di registrazione audio nascosto. I cinque sono stati quindi deferiti in stato di libertà alla Procura di Lucca per il reato di istigazione alla corruzione". Questa è l’accusa, che dovrà essere verificata dalla magistratura. Il tentativo di corruzione è dunque presunto: sarebbe stato l’epilogo della ‘faida’ interna alla maggioranza che si è consumata in primavera. Tutti e tre i consiglieri per i quali è scattata la denuncia, infatti, hanno iniziato l’attuale mandato sedendo tra i banchi di maggioranza: Dati e Garibaldi sono stati eletti con la Lega, Ghiara con Forza Italia. Poi, già alla fine dello scorso anno, sono emersi i primi malumori e all’inizio del 2020 Ghiara ha rimesso al sindaco le deleghe all’urbanistica.
La frattura più grande, però, almeno per quanto riguarda il consiglio (in giunta ha dato l’addio l’assessore Pietro Bertolaccini, non coinvolto nell’indagine e figura molto legata al sindaco ed esponente della Civica, il cui posto non è ancora stato riassegnato) si è consumata in seguito con Dati e Garibaldi, ‘espulsi’ dalla maggioranza su richiesta pressante del sindaco e accusati dal primo cittadino di aver sempre svolto una politica autonoma rispetto a quella dell’amministrazione. Poche settimane e pure Ghiara è passato all’opposizione. Da quel momento, sono cambiati gli equilibri in consiglio comunale e per Coluccini, partito a maggio 2019 con una forte maggioranza, si è aperta una seconda fase in cui la sua permanenza in piazza Taddei è stata legata a filo doppio al consigliere eletto con i Cinque Stelle Vasco Merciadri: senza il suo voto, Coluccini sarebbe in minoranza in consiglio comunale. La trama si è dipanata tra maggio e giugno, e il 14 luglio il consiglio comunale avrebbe dovuto votare l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato presentata dalla giunta.
Fino fino alla fine, non si sapeva se Coluccini avrebbe avuto i numeri per far passare l’ipotesi di bilancio. All’apertura della seduta poteva contare su otto voti a favore e altrettanti contro, con tutti i fari puntati contro Merciadri a fare da ago della bilancia. E proprio in questi giorni di tribolazione, è arrivata la denuncia di Brocchini. Prima alle forze dell’ordine, e poi con un lungo sfogo sui social. Le sue accuse, come prevedibile, hanno smosso un polverone e scatenato la caccia agli artefici dell’operazione: uno scenario in cui la minoranza di centrosinistra si è rivolta alle autorità competenti per tutelarsi di fronte ad eventuali illazioni. I protagonisti, però, secondo i Carabinieri, erano i ‘transfughi’ di centrodestra, che nel frattempo si sono riuniti nel nuovo gruppo consiliare ‘Massarosa c’è’. E che, stando alla ricostruzione degli investigatori, avrebbero scelto proprio il voto del 14 luglio per tentare la ‘spallata’ a Coluccini.
R.V.