Kiss più Skid Row ed è subito “Summer-boom“. Sold out (oltre undicimila spettatori) e atmosfera caldissima, ieri, per il via all’edizione del venticinquennale del Lucca Summer Festival, nel segno della migliore tradizione della manifestazione.
Fin dal mattino i fan hanno iniziato ad appostarsi davanti agli accessi dell’area concerto, con il loro bagaglio di magliette e di... trucchi da Kiss, in attesa dell’apertura dei (virtuali) cancelli, avvenuta alle 18,30. Proprio quando la fila, dall’incrocio tra via San Girolamo e Corso Garibaldi si era ormai snodata anche in via della Dogana. Piazza Napoleone è stata invece chiusa alle 17, per consentire i soundcheck, applauditi a distanza. Tutto liscio anche sul fronte della sicurezza, supportata come sempre anche dall’agenzia Fox.
Gli artisti, da parte loro, hanno ben pensato di godersi la città in vari modi, più o meno in incognito, più o meno inseguiti dai fan, ricavandone in ogni caso un’ottima impressione.
Ma tutto ha lasciato poi, finalmente, spazio a musica e spettacolo: prima gli Skid Row, a rompere il ghiaccio di una serata ancora torrida, alle 20.15 precise e infine i Kiss, alle 21.30. Gli Skid Row hanno tenuto in pugno la platea per quasi un’ora, nel segno dei classici riff di chitarra e delle grandi ballad, da “Slave to the grind“ e “18 and life“ a “The gang’s all here“ e al manifesto “Youth gone wild“. Una bella dimostrazione di forza e di personalità, proprio come ci si attendeva da loro su quel palco.
E infine, i protagonisti più attesi, salutati da un boato e da fuochi d’artificio, in un mare di luci e di effetti: i quattro Kiss sparano subito un paio di cartucce pesanti come “Detroit rock city“ e “Shout it out loud“. Gene Simmons è in ottima forma e sputa (letteralmente) fuoco e sangue non smentendo la voglia di stupire il pubblico come sempre. Gli effetti sono ormai collaudatissimi ma la gente non smette di meravigliarsi e di esaltarsi. Eh, sì, è il minimo per i fan, davvero e incredibilmente di ogni età: tutti insieme a cantare, ballare, “pogare“ e scatenarsi in qualche modo. Tanti anni sono passati, ma lo show è teatralmente straordinario e la musica non ha perso colpi. Si viaggia tra le tante hits, ma è nel finale che arriva la massima espressione della band, con la trilogia “Beth“, “I was made for lovin’ you“ e quella “Rock and roll all nite“ che saluta idealmente la platea, invitandola, se possibile, a proseguire la grande festa rock, perché no, per tutta la notte.
Paolo Ceragioli