Kme, problemi in fabbrica. Produzione in difficoltà dopo la tragedia

Il macchinario dove si è consumato l’incidente mortale di Nicola Corti è ancora sotto sequestro, causando difficoltà a tutta la catena produttiva.

Kme, problemi in fabbrica. Produzione in difficoltà dopo la tragedia

Kme, problemi in fabbrica. Produzione in difficoltà dopo la tragedia

Sono preoccupati i sindacati per la situazione produttiva dello stabilimento KME di Fornaci di Barga. Lo dicono i coordinatori nazionali Fim Fiom Uilm Michele Folloni, Massimo Braccini, Giacomo Saisi dopo aver preso parte all’incontro richiesto alla direzione aziendale e previsto per venerdì mattina, per discutere appunto della situazione produttiva e dei carichi di lavoro. Purtroppo, a seguito del grave infortunio mortale con la morte di Nicola Corti, c’è stato il legittimo sequestro da parte delle autorità di un importante macchinario produttivo, il forno flottante uno, che lavorava su 21 turni a settimana e questo sta creando difficoltà anche agli altri ingranaggi della produzione.

"La situazione – scrivono i tre sindacalisti - era già delicata in quanto l’azienda faceva ricorso agli ammortizzatori sociali; soprattutto negli ultimi periodi i lavoratori in media erano 9 giorni al mese in contratto di solidarietà. Purtroppo, a causa del sequestro, l’azienda ci ha comunicato che, causa di forza maggiore, deve riorganizzarsi in termini produttivi all’interno del gruppo e che parti di lavorazioni è costretta a spostarle, momentaneamente, nel sito tedesco KME di Osnabrùck, sfruttando così un impianto gemello a quello sequestrato a Fornaci di Barga. Il materiale poi verrà riportato nello stabilimento Fornacino per essere rifinito e per poi inviarlo al cliente." Come hanno spiegato i sindacati dopo il confronto con KME, questo metodo di lavoro viene fatto per mantenere gli ordini, ma è evidente, sottolineano, che potrà durare per poco tempo.

"Appaiono quindi palesi i rischi che gli ordini in prospettiva possano essere spostati nei siti tedeschi e olandesi del gruppo KME. Questa situazione – dichiarano i sindacati - ci preoccupa e oggettivamente, se perdura, può mettere a rischio la tenuta produttiva e occupazionale dello stabilimento di Fornaci di Barga". Per questo motivo FIM, FIOM e UILM hanno insistito con la direzione aziendale, aggiungono, affinché si individuino tutte le soluzioni impiantistiche per far svolgere le lavorazioni in loco: "L’azienda ci ha comunicato che valuterà tutte le possibilità e che intende continuare a produrre a Fornaci di Barga, ma, riteniamo che in una situazione di crisi di tutto il settore metallurgico in Europa, con anche gli altri stabilimenti KME del gruppo con pochi ordinativi, ci sia da stare poco tranquilli. Monitoreremo costantemente la situazione e per il 4 giugno abbiamo convocato le assemblee con i lavoratori".