Sarebbe una beffa se a mettere in crisi la raccolta differenziata dei rifiuti, fosse la mancanza di reperimento dei conduttori degli automezzi destinati a questa. Perché sembra proprio che il reclutamento degli autisti non sia così facile: vuoi perché in tanti, con patenti superiori alla B, preferiscono scegliere altri impieghi oppure perché, per potere accedere alla selezione dei posti richiesti – come nel recente bando emanato da Sistema Ambiente – occorre essere in possesso sia della patente C (o superiori) che del Cqc, acronimo che sta a significare carta di qualificazione del conducente. Non soltanto è obbligatorio possederla ma è un titolo di guida indispensabile per partecipare alle selezioni indette dalle società che si occupano di igiene urbana: e sembra che ultimamente, a presentare domanda, siano veramente pochi.
La Cqc non è una novità: diventata obbligatoria dopo l’emanazione della Direttiva europea 2003/59/Ce, l’Italia ha recepito la norma con l’emanazione postuma del decreto legislativo n°286 del 21 novembre 2005. Il ministero delle infrastrutture e dei trasporti sottolinea che i conducenti professionali devono possederla e che questa necessita di essere rinnovata previa formazione periodica. Ne consegue il superamento di un test finale. Il costo, inoltre, può arrivare anche a 2500 euro.
Così chi decide di partecipare a una selezione, come nel caso delle aziende dei rifiuti, o la Cqc la possiede ed è in corso di validità, oppure deve conseguirla e sborsare una cifra consistente.
I bandi per l’accesso ai posti per conduttori di mezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti – quelli per i quali è richiesta la patente C o superiori – chiedono il titolo di guida professionale nell’ambito del contratto collettivo nazionale dei servizi ambientali/utilitalia.
"Purtroppo negli anni abbiamo riscontrato difficoltà a reperire addetti alla conduzione proprio per questo motivo – afferma la direttrice di Sistema Ambiente Caterina Susini (nella foto) – del resto il servizio che offriamo ha bisogno di più flotte, quindi anche e soprattutto quelle che prevedono patenti di guida superiori alla B; l’onere economico da sostenere per chi vorrebbe partecipare, fa sì che gli aspiranti si concentrino su altri impieghi e quindi, anche con altre aziende del territorio, abbiamo preso atto della difficoltà che ci sta penalizzando".
Problema analogo, infatti, sembra essere presente all’interno di Ascit che per il reclutamento dei conduttori dei mezzi, utilizza ovviamente la stessa procedura. La domanda che può sorgere è se questo potrebbe giocare brutti scherzi, per esempio sulla riorganizzazione dei servizi e su costi aggiuntivi.
Ancora Caterina Susini: "Se il problema permane dovremo fare un’attenta riflessione, le soluzioni potrebbero esserci ma il rischio che possano ripercuotersi sulle aziende dei rifiuti, in termini di costi, non sono così remote; potremmo, ad esempio, formare chi già si trova nell’organico: oggi, indubbiamente, con la raccolta differenziata il personale è cresciuto, quindi potrebbe essere una strada da perseguire, ma certo non l’unica".
Del resto a fronte di un dettame legislativo, poco rimane da fare se non, appunto, trovare alternative in tempi rapidi: perché senza la Cqc, banalmente, i mezzi dei rifiuti rimarrebbero fermi.
Maurizio Guccione