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La Chiesa di S.Cristoforo a Lucca, Una Storia Millenaria

La Chiesa di S.Cristoforo a Lucca, con la sua storia millenaria, è un luogo dove il sacro si mescola al profano. Fu sede dell'Università dei Mercanti e dei Consoli delle cause lucchesi. Il regime fascista tentò di trasformarla in un sacrario dei propri martiri, ma fu salvata dalla fine della guerra. Oggi è luogo di cultura e di incontro.

Non era come le altre e anche se il suo destino o destinazione è cambiata varie volte, ancora oggi rimane un luogo dove il sacro si mescola al profano… Una chiesa che fu anche sede laica della più importante istituzione mercantile della città nel Medioevo e dei Consoli delle cause lucchesi. La Chiesa di S.Cristoforo a Lucca, stretta nella morsa delle abitazioni di via Fillungo, attraverso quelle pareti alte, severe e “scarnificate“ dal vecchio intonaco, ma illuminate dalla luce che filtra dal bel rosone presente sulla facciata, racconta una storia ormai millenaria.

In origine o in antico, fu sede infatti dell’Università dei Mercanti, l’istituzione che regolava l’arte e il commercio della seta che tanto benessere stava apportando alla città, ma che aveva bisogno di una propria giurisdizione e regolamentazione. Almeno, dal 1053, quel luogo di preghiera divenne anche luogo di incontro-confronto tra i mercanti, dove venivano prese le decisioni più importanti per la protezione e lo sviluppo della seta lucchese nel mondo. Una presenza che fu rimarcata, nel 1296, anche dall’apposizione fuori dalla facciata della chiesa, dei due “marchi di fabbrica“ dei setaioli-tessitori, il pettine e il tempiale, per indicare le due misure tipiche della seta, prodotta dai telai lucchesi.

In pratica si trattava di due barre di ferro di 86 e 45 cm, le cui misure avrebbero dovute essere rispettate dai tessitori lucchesi, al cospetto e sotto la giurisdizione divina e che sarebbero servite come riferimento per le comparazioni del prodotto in fase di compravendita per evitare truffe e speculazioni.

Ma la perdita di prestigio della seta lucchese, con il passare dei secoli fece perdere all’istituzione la sua autorevolezza fino alla sua totale sparizione, restituendo la chiesa alla sua funzione religiosa. Fu il regime fascista ad alterarne per sempre l’aspetto e la funzione, tentando di trasformarla in un sacrario dei propri martiri. Così, nel 1939 partirono i lavori di riadattamento che intaccarono la sua storica architettura per “l’esaltazione dei martiri fascisti a perpetua memoria“. Non ci fu rispetto per l’arte preesistente. Eliminati tutti gli intonaci e gli arredi, abbattute le volte del XV secolo e sostituito l’intero pavimento, con un rivestimento in marmo bianco e nero, si provvide ad incidere sulle pareti delle navate laterali i nomi dei seimila caduti in provincia per la “rivoluzione“.

Una vera e propria “profanazione“ che solo la fine della guerra provvide a fermare lo scempio previsto, dell’apposizione sulle pareti di lastre di marmo rosso alternate a strisce di marmo verde e bianco apuano, insieme alla scrittura in oro i nomi dei caduti. Ma essendo i lavori a buon punto, nel 1948, fu deciso di trasformarla in un “sacrario di tutti i morti lucchesi nelle guerre e per la liberazione“ aggiungendo altri cinquecento nomi per buona pace di tutti, per restituirla, pochi anni dopo, alla sua originaria funzione religiosa, riaprendola al culto. Oggi quel tempio di pace, è luogo di cultura e di incontro.