
Il ristorante si chiama dal 2004 "Il Mostrico", da quando ha riaperto e rilanciato l’attività Franca Marchi, discendente della famiglia Marchi che da decenni ha la bottega di Renaio che un tempo fungeva da appalto, negozio di alimentari e punto ristoro ed era il cuore della vita di tutta la montagna barghigiana. Ancora oggi, grazie soprattutto ai piatti di Franca e della sua famiglia ed all’accoglienza che qui è schietta e sincera, è ancora il cuore del meglio che si trova nella montagna barghigiana. Conosciuto anche come la Bottega dell’Eva, la vecchia proprietaria, o anche come la bottega del Righetto, che era il figlio, da cui poi Franca ha avuto in eredità il tutto, questo è un luogo che solitamente, soprattutto durante i mesi estivi, viene preso d’assalto dal turisti e dai visitatori oltre che dalla gente della valle.
Sorge a mille metri di altezza. E’ l’ultimo avamposto barghigiano e lucchese prima che la strada, qualche chilometro più in su, diventi poco più che una trattorabile, ma che permette comunque in qualche modo di arrivare fino in Emilia; con i sentieri del Cai a piedi si raggiunge il Monte Giovo ed il Lago Santo All’ombra di castagni secolari c’è la piazzetta su cui si affaccia "Il Mostrico" che dà ristoro ogni estate a centinaia di persone: turisti, appassionati della montagna, cacciatori, cercatori di funghi. In cucina c’è Franca: piatti semplici e impareggiabili ma che vi fanno innamorare e poi ci sono le pizze del figlio Luca ugualmente in grado di conquistarvi.
Un piccolo ristorante dalle porzioni abbondanti, dai prezzi modici e dall’ospitalità proverbiale ed antica della gente di questa montagna, ma anche qui l’emergenza sanitaria si è fatta sentire. Anche al Mostrico si sono fatti i conti con la crisi dell’emergenza coronavirus. "E’ stato triste e preoccupante stare chiusi – ci racconta Franca - le spese sono rimaste mentre i guadagni sono cessati di colpo, ma anche rimanere così, con le mani in mano, senza la possibilità di poter reagire in qualche modo è stato duro. Non vedevamo l’ora di ricominciare. Sabato e domenica scorsi abbiamo visto diversi clienti che sono tornati a trovarci, ma di gente ce n’è meno in giro. Qui già da fine aprile, cominciavi a vedere anche tutti i turisti stranieri che ora non ci sono più e si sente la loro assenza.
"Le regole per riaprire? Ci si abitua a tutto – di dice Franca - e comunque abbiamo fatto quello che doveva essere fatto. Speriamo che dopo il 3 giugno qualcosa cambi ancora e che cominci a muoversi anche il turismo". Questi sono giorni di attesa anche per la stagione dei funghi: "Qualcuno comincia a salire per cercarli, ma ancora non è sbocciata la stagione. Vediamo, se così sarà, se anche questo riporterà un po’ di gente sulle nostre montagne".
Luca Galeotti