L’appello arriva a reti unificate: stop tagli sulla prevenzione e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dove i controlli devono essere più intensivi e sistematici. Ieri l’assemblea della Uil che si è svolta all’Hotel Napoleon si è aperta con un minuto di silenzio per la morte di Luca Cavati, investito da un carrello elevatore in manovra alla Cartiera Modesto Cardella.
“Non so perchè a 69 anni, per necessità o per piacere, fosse ancora a lavorare – ha dichiarato Massimiliano Bindocci, segretario generale della Uilcom –. Fatto è che a quell’età si dovrebbe esserea riposarsi con la famiglia, certo non nel piazzale con i muletti che girano. Non deve succedere e non so perchè sia successo. Serve un cambio di mentalità nel concetto di prevenzione dove i tagli sugli organici sono inaccettabili. Eppure guardate negli uffici Asl di Capannori, il personale è la metà di quanto era e forse, anche per questo, non è più così motivato. Poi c’è anche qualche lavoratore che sbaglia? Può essere. Ma sulla prevenzione non si possono lasciare fronti scoperti. Quella accaduta è una tragedia enorme che non si vedeva da anni nel settore“. E non a caso la battaglia condotta dalla Uil sia stata battezzata “Zero morti sul lavoro“. “Da sempre ci battiamo per questo, ma il tempo delle parole è finito. Dobbiamo andare in Prefettura, chiamare la Regione, chiedere all’Asl di Lucca. Bisogna intervenire con formazione e anche controlli, che sono stati abbandonati“.
Ieri a fine turno i lavoratori hanno osservato un’ora di sciopero nel settore per solidarizzare e esprimere un preciso monito. Uno sciopero simbolico che ha voluto lanciare unmessaggio importante dal fronte sindacale coeso di Cgil Cisl e Uil. “La morte avvenuta nella cartiera di Lucca non fa altro che rimettere al centro il problema della sicurezza, tema principe delle battaglie della Uil – sottolinea il Segretario generale regionale della Uil Toscana Paolo Fantappiè–. Quello che è successo a Lucca fa capire che servono più controlli, invece mancano gli ispettori. Non è possibile a 69 anni lavorare ancora in un ambiente così importante e a rischio. Serve anche la riforma della previdenza, che metta a casa all’età giusta con una pensione ovviamente dignitosa. Servono soldi pubblici per la prevenzione, ma anche privati. Le aziende devono convogliare parte dei loro profitti sulla sicurezza“.
Laura Sartini