Lucca come Roma? Almeno per quanto riguarda la “disinvoltura” dei cinghiali, sembra proprio di sì. Il video diffuso ieri in rete e postato anche dal consigliere comunale Daniele Bianucci, non lascia dubbi. Il filmato riproduce, in un minuto e mezzo, qualcosa di abbastanza sbalorditivo: una ventina di cinghiali che appaiono nelle acque del Serchio all’altezza della Terrazza Petroni a Monte San Quirico – di fronte al Foro Boario – i quali, senza indugi, nuotano contro corrente per diverse decine di metri, addirittura affrontando con spavalderia un “salto” del corso d’acqua e che, in prossimità di un isolotto di terra e arbusti, si lanciano fino a raggiungere la sponda per poi proseguire la loro corsa non si sa dove.
Quella dei cinghiali che arrivano addirittura nei centri cittadini, lo sappiamo, non è più una novità. Lo dimostrano le immagini che riguardano la Capitale e non solo. A Lucca, un po’ di tempo fa, un cinghiale era stato avvistato sugli spalti delle Mura; ma un branco di queste proporzioni, però, non si era mai visto. Le immagini del filmato sono sufficientemente eloquenti: la nutrita pattuglia di ungulati non si arrende, sfida la corrente del fiume, nuotando e tuffandosi laddove occorre per poter riprendere la loro corsa sulla terraferma. Il fatto, al di là dell’aspetto divertente, lascia però turbati.
"In 66 anni – dice il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini – non ho mai visto una cosa del genere; qui si deve intervenire perché i danni che i cinghiali provocano all’agricoltura, alla viticoltura, sono enormi; il fenomeno deve essere studiato – prosegue il primo cittadino – e dagli studi devono uscire le soluzioni adatte".
Ma non sono soltanto i cinghiali a mettere paura con i loro danni. Prosegue Tambellini: "Ci sono stati avvistamenti anche di lupi – afferma – e questo deve spingere ancora di più ad affrontare l’argomento nella sua complessità, trovando rapidamente le soluzioni".
Secondo il primo cittadino, una leva da azionare in fretta è quella legata, appunto, al sistema agricolo del territorio: "Dobbiamo contenere l’incolto – afferma Tambellini, che vanta tra l’altro una personale, lunga esperienza nel lavoro agrario – dobbiamo evitare, poi, che possano avvenire “incontri” tra specie diverse che possano determinare forti cambiamenti nel sistema agricolo dei nostri luoghi; non possiamo accontentarci di chi viene a dirci che i danni agli agricoltori sono risarciti dal punto di vista economico: non può bastare perché così facendo non risolviamo il problema".
Il video, naturalmente, è già ampiamente diffuso così come i commenti, talvolta sarcastici e ironici, non vengono risparmiati. Ma al di là delle battute scontate, rimane atteso l’intervento delle autorità che ne hanno titolo: prima di ritrovarci con i campi devastati dai cinghiali, prima di imbatterci a passeggiare a Borgo Giannotti, insieme a qualche irsuto esemplare,
Maurizio Guccione