
Roberta Bruzzone ospite dell’Inner Wheel di Lucca in San Romano
Grande folla nel pomeriggio di giovedì all’incontro organizzato organizzato dall’Inner Wheel Lucca in San Romano e che ha visto protagonista la nota criminologa Roberta Bruzzone. All’incontro, dal titolo “Quando l’amore diventa una trappola mortale, dalla manipolazione affettiva al femminicidio“ la criminologa – strappando anche qualche risata - ha affrontato un tema molto delicato e attuale che esplora le dinamiche psicologiche e comportamentali alla base della violenza domestica e delle tragedie che, troppo spesso, leggiamo tra le notizie di cronaca.
A moderare il dibattito la governatrice del Distretto 209 dell’organizzato dall’Inner Wheel, Chiara Buccini.
"Esistono persone molto abili ad ingannare l’altro, difficili da smascherare, che costruiscono in modo distorto una percezione di realtà che, in verità, non esiste – ha detto Bruzzone - E quando queste persone manipolatrici e narcisiste iniziano una relazione, dato che hanno bisogno dell’altro per avere conferme, ecco che faranno cadere il partner nella propria trappola".
"L’innamoramento non è altro che un’intossicazione biochimica endogena, quindi bisogna rendersi bene conto di quello che succede nella nostra mente in quel momento. A essere generosi – scherza Bruzzone – la nostra è una semi infermità. I livelli di dopamina e ossitocina si alzano e, se il partner non si fa sentire o addirittura non prova i nostri stessi sentimenti, ciò che proviamo non è poi così diverso da ciò che sente un tossicodipendente in astinenza da eroina. Il manipolatore lo sa, e agirà di conseguenza: attirerà la sua vittima con mille promesse e complimenti, per poi cambiare improvvisamente, riuscendo ad ottenere il massimo potere sull’altro, che ne diventerà completamente dipendente. Il narcisista manipolatore non si innamora, la sua è solo una recita. L’unica cosa che lo alimenta è il potere che ha sull’altra persona".
"Cedere è facile, perché inizialmente sembrerà la persona perfetta, il principe azzurro. Ma il principe azzurro, credetemi, non esiste – ha detto Bruzzone - Le donne non restano in quella relazione perché sono stupide o deboli, anche se arrivano loro stesse a pensarlo, ma perché diventano semplicemente dipendenti. Le persone che hanno a che fare con i manipolatori vengono mutilate dal punto di vista psicologico, al punto da diventare inermi. L’idea di perdere quel legame, nonostante sia distruttivo, diventa così angosciante che preferiscono rimanere al loro posto. Quante volte le denunce vengono ritirate…".
Il percorso tracciato dalla criminologa si è chiuso con l’avviso per le pericolose conseguenze che certe relazioni comportanto.
"La violenza fisica spesso è solo l’ultimo tassello, e quasi sempre non è nemmeno quello più grave – ha detto Bruzzone – I danni peggiori sono già stati fatti, quando si arriva alla violenza fisica la donna è già distrutta. Altrimenti non si sarebbe arrivati a quel punto. L’unica cosa che ci salva da tutto questo è una buona autostima: voler bene a noi stesse prima che all’altro. Solo questo salva davvero. A fare danni – ha concluso la criminologa – sicuramente, anche la nostra società patriarcale: nel nostro Paese un padre che fa... il padre è definito ‘mammo‘, e quando lo sento dire penso sempre a un tso".