REDAZIONE LUCCA

"La nostra unica speranza rimane il Natale"

I negozi di abbigliamento costretti a chiudere i battenti per la seconda volta: i titolari invocano agevolazioni da parte del Governo

Scatta la zona rossa in Toscana con i negozi di abbigliamento costretti ad abbassare la saracinesca. Tra i tanti settori colpiti dall’emergenza sanitaria, la filiera della moda torna ad essere tristemente protagonista. Se con l’arrivo della zona arancione la speranza dei commercianti era rimasta viva, le nuove disposizioni del Governo non lasciano scampo. In una Lucca che inizia ad affrontare il suo secondo lockdown, la rabbia dei titolari torna a farsi sentire. Il motivo è semplice. A differenza dei mesi di marzo e aprile nei quali tutte le attività commerciali vennero chiuse, in questa seconda ondata le cose sono andate diversamente . Rimarranno infatti aperti, negozi di abbigliamento per bambini e biancheria intima.

Secondo Carolina Rollier, titolare del Gong di via S. Paolino, l’entrata della regione in zona rossa era prevedibile: "Me lo aspettavo, non mi stupisce che abbiano preso questa decisione. Spero nel mese di dicembre e nel Natale, che è importante non soltanto per il nostro settore. Se avessimo la possibilità di aprire, non avrò orari, lavorerò sia su appuntamento che online, ma anche con la videochiamata. È un sistema che ho già sperimentato e ha funzionato bene". E sugli aiuti da parte del Governo commenta: "Non sono stati sufficienti. Sto pagando le tasse con il prestito che ho richiesto in primavera, ma tutti i soldi che ho speso finora non li recuperò mai ".

Per Maria Grazia Battistoni, titolare da quarant’anni del Sugarò, la stretta del Governo è stata "un fulmine a ciel sereno". Nonostante il calo di clientela dovuto ai limiti imposti alla circolazione dei cittadini, la signora Battistoni non avrebbe chiuso la sua attività: "Avrei provato, con molti sacrifici, a rimanere aperta. Mi auguro che arrivino degli aiuti per il nostro settore. Siamo in grave difficoltà, le perdite sono nettamente superiori ai guadagni".

Federico Collodi, proprietario del Collodi&Buchignani, non è d’accordo con la discriminazione che ha investito il settore della moda: "Mi aspettavo che fosse una decisione uguale per tutti". Scettico invece sul periodo natalizio: "Ho la sensazione che ci faranno aprire solo nella settimana di Natale, quando per noi il periodo di maggior incasso inizia dai primi di dicembre. Spero in delle agevolazioni, perché le bollette, l’affitto e i fornitori sono spese che, rimanendo chiusi, dobbiamo comunque sostenere".

Eleonora Papéra, responsabile del Clara Faith, non si dice affatto sorpresa del passaggio alla zona rossa. "Abbiamo aperto da una settimana, con la speranza di riuscire, nonostante il momento, a tenere aperta l’attività. Sono fiduciosa rispetto al periodo natalizio. Molti negozi, non in questo settore, rimangono aperti e mi auguro che, il mese prossimo, avvenga lo stesso anche per noi".

Chiara Caravelli