MAURIZIO GUCCIONE
Cronaca

La passioni segrete di Puccini. Sessa ci porta alla scoperta dell’amore del Maestro per il caffé

Il giornalista e scrittore presenta questa sera a palazzo Bernardini il suo nuovo libro: “Aromatica Armonia“ "Un aspetto poco conosciuto, ma che evidenzia una delle molteplici sfaccettature del personaggio".

La passioni segrete di Puccini. Sessa ci porta alla scoperta dell’amore del Maestro per il caffé

La passioni segrete di Puccini. Sessa ci porta alla scoperta dell’amore del Maestro per il caffé

Si presenta stasera alle 18 presso Palazzo Bernardini, “Aromatica Armonia, i Caffè di Giacomo Puccini” (Maria Pacini Fazzi editore), il libro che l’autore Maurizio Sessa, giornalista, scrittore e studioso dedica al Maestro. Un’intrigante scoperta suffragata dal meticoloso piglio di chi prima di scrivere si documenta, ha fatto emergere un particolare – e non di poco conto – legato al compositore: la sua passione per il caffè.

E non un caffè qualsiasi, perché è proprio Giacomo Puccini che trovandosi a Parigi dove incontra Victorien Sardou, autore di Tosca, sente il bisogno di un caffè che lì non trova. Scrive all’amico Alfredo Caselli chiedendogli di fargli reperire caffè "metà porto e metà moka".

Una smania assale Puccini, il bisogno del caffè è primario, l’antica bevanda che attende da Lucca risulta essere fondamentale per "tirare tardi" e scrivere, come sappiamo, la notte.

Maurizio Sessa scopre questo particolare, lo fa appellandosi alle fonti scritte come ogni buon autore fa, o dovrebbe fare. Il libro svela un Puccini che consegnare all’aneddotica può sembrare riduttivo; ma non lo è, perché tutto è testimoniato dalla lettera datata gennaio 1899. Sessa fa il resto: studia, si documenta ulteriormente e poi nasce un’idea – anche questa targata Lucca – da parte del “Gruppo Giannecchini” del Caffè Bonito che realizza, di nuovo, quella miscela tanto bramata dal Maestro.

Sessa, che cosa apprendiamo di Puccini?

"Si tratta di un aspetto poco conosciuto, visto sotto una prospettiva diversa, non tanto minore ma che evidenzia una delle molteplici sfaccettature che descrivono bene la complessità del personaggio".

Come è arrivato a fare questa originale scoperta?

"Partiamo da una premessa: molta pubblicistica pucciniana a volte lo ha catalogato come “leggenda Puccini”, in parte anche reale ma troppo spesso ci troviamo di fronte al buio dato dalla mancanza di riscontri documentali; grazie a chi, invece, ha percorso il piglio dell’analisi documentale – cito fra tutti Dieter Schickling e Gabriella Biagi Ravenni – e oggi grazie alla pubblicazione dell’epistolario, possiamo ristabilire certe verità; la lettera che ho preso in esame, è un documento inedito e veritiero, con date, circostanze e fatti dai quali emerge un Puccini dedicato al consumo di caffè e oggi sappiamo, anche, di quale miscela".

Chi ha sollecitato a sviluppare questa idea?

"L’invito, piacevole peraltro, mi è arrivato dall’editrice Francesca Fazzi e dal Gruppo Giannecchini del caffè Bonito e l’ho accolta con piacere; in corso d’opera mi sono accorto del bisogno di scavare fra i documenti, per avere tra le mani pezze d’appoggio credibili: così è stato, Puccini faceva un uso considerevole di caffè perché, componendo durante la notte, aveva bisogno di tenersi sveglio; spunta anche il nome di donna Elvira pronta a preparargli la bevanda richiesta: possiamo dire che Puccini visse d’arte, d’amore, di caccia e di caffè"

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