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La rabbia del fratello Robert: "Vogliamo sapere tutta la verità"

"Alle 18 mi ha chiamato, mi ha detto che stava chiudendo e che sarebbe andato a casa. Non ci è mai arrivato"

LUCCALa notizia ovviamente lo ha sconvolto. Al dolore della morte di un fratello, adesso c’è da aggiungere anche il fatto che si è trattato di un omicidio. Nessun malore. Artan Kaja (in foto), conosciuto da tutti come Tony, il cinquantaduenne albanese deceduto martedì sera nella struttura che usava per la sua ditta di trasporti e movimentazione merci a Lunata, è stato ucciso. Il fratello Robert è a Milano, a casa sua, oggi ripartirà immediatamente per la Toscana. In un primo momento aveva dichiarato di attendere l’autopsia. Questa svolta, per certi versi impensabile, lo ha devastato e ferito ancora di più: "Non è possibile, non posso crederci, non mi ha mai parlato di problemi, di eventuali dissapori con nessuno". Conferma che era al telefono con lui probabilmente poco prima che Tony morisse e su questo punto il fratello chiarisce: "Ci sentivamo anche tre volte al giorno per parlare di varie questioni. Anche martedì scorso è andata così, – spiega Robert Kaja, – intorno alle 18 abbiamo chiacchierato del più e del meno, era molto tranquillo, non aveva preoccupazioni di nessun genere, dal tono di voce si percepiva la solita felicità di aver terminato la giornata e mi ha detto che stava chiudendo il cancello, come faceva sempre, prima di rincasare. Abita a pochi metri e quel giorno è stato uguale agli altri. Ha usato il muletto per il suo lavoro, come sempre. Verso quell’ora staccava di solito e si accingeva a ritornare dalla sua famiglia a cena. Purtroppo non è stato così".Robert aggiunge anche altri aspetti nel suo racconto: "Un fisico robusto, 110 chilogrammi per 180 centimetri, non aveva mai accusato nessun malessere. Era difficile accettare quanto accaduto. Avevamo trascorso tutti le festività natalizie a Andalo, in Trentino, contenti di essere insieme. Lui poi era in Italia dal 1997, si era integrato perfettamente, così come la moglie e i figli. Per il diciottesimo compleanno di Alessio, il più giovane, ho organizzato a Milano, dove vivo, una grande festa. Mio fratello era una persona buona, sempre calma, se c’erano discussioni lui le evitava. Ha sempre aiutato tutti. Chi può aver fatto una cosa simile?". Confermata la volontà di aiutare, da parte della comunità, moglie e figli.

Massimo Stefanini