
Ha riaperto la pizzeria pasticceria Pasubio: Camaiore fa visita ai titolari con stima ed affetto. Erano rientrati da un viaggio in Sicilia e quasi tutti, eccetto due, avevano contratto il Covid. Così era scattata oltre un mese fa la quarantena fiduciaria e la chiusura del celebre locale del centro storico. Ieri mattina la focaccia e i dolci erano sul banco, le sedie ed i tavoli fuori, i cibi sfornati caldi per il palato dei clienti affezionati e dei visitatori della Festa Pic. La Tina, immancabile con la sua caratteristica figura, gli occhiali, il volto coperto dalla mascherina.
E poi Carlo, le commesse, il forno acceso, il ritratto di Pasubio e Tosca Marchi sempre appeso in negozio. Una bottega storica, che era davvero mancata come un rito quotidiano. Sanificata completamente, la famiglia Marchi, l’ ha ‘offerta’ ai camaioresi, da luogo quale era ed e’ da oltre mezzo secolo: semplice, scherzoso, coi guizzi del posto. “Trentaquattro giorni di chiusura - afferma Tina - sono tanti. Specie di questi tempi... Spezza il cuore stare a casa stando bene: ma le regole vanno rispettate per il bene e la salute della comunità. Avevamo un po’ di soldi da parte, abbiamo usato quelli”.
Gente che lavora, dalla mattina alla sera, si rimbocca le maniche con umiltà. Tanti sono andati a trovarli per la colazione, un caffè, una torta: la ricetta di quella ‘coi pizzi’ di Pasubio ha oltrepassato i confini nazionali. Gli stranieri in estate affollano i tavoli in cerca delle gustose cecina e pizza. “Certo e’ che i tempi per i tamponi, per noi comuni mortali, sono lunghi - assicura Carlo - troppo. Non come per i vip. E dobbiamo lavorare...”. Francesco, il fratello, e la sua famiglia sono ancora in attesa del risultato dell’ultimo. Riprende il via l’odore del forno di Pasubio con le sue tipiche ricette, una su tutte, che oggi vince: la passione, l’impegno, la dedizione al lavoro.
Isabella Piaceri