MAURIZIO MATTEO GUCCIONE
Cronaca

La scure dei dazi americani. Sono a rischio 167 milioni nel settore agro-alimentare

Le stime di Coldiretti all’indomani dell’introduzione delle misure protezionistiche da parte degli Usa "Il 37% dell’intero valore dell’export di olio, vino, formaggi e salumi, è destinato al mercato americano".

Coldiretti denuncia che sono a rischio 167 milioni nel settore agro-alimentare

Coldiretti denuncia che sono a rischio 167 milioni nel settore agro-alimentare

La tegola dei dazi reciproci americani, inevitabilmente, si abbatte sulla Lucchesia. Il comparto dei prodotti agroalimentari è messo a repentaglio dalla imperante politica di Trump in un settore che vale oggi 167 milioni di euro, per il 90% rappresentato dall’export dell’olio. Da ieri, infatti, i dazi sono operativi. E la Coldiretti ricorda come Lucca sia la seconda provincia toscana, dopo Grosseto, a essere più dipendente dalle reazioni commerciali con gli Usa.

"Più di un terzo – fanno sapere da Coldiretti Toscana – il 37% dell’intero valore dell’export di olio, vino, formaggi e salumi, è destinato al mercato americano; l’elaborazione dei dati Istat rappresenta le province per valore e quota di esportazioni negli stati Uniti, con la lucchesia in primo piano".

Una guerra senza armi ma in grado di mettere in ginocchio un settore strategico dell’economia lucchese e Toscana, dietro il quale vi sono aziende e l’ombra di una crisi per l’occupazione.

"Con il dazio al 20% - spiega il presidente di Coldiretti Lucca Andrea Elmi – una parte dei consumatori americani dovranno rinunciare alla dieta mediterranea e a uno stile di vita alimentare più sano rispetto a quello che notoriamente conducono tra fast-food e cibi ultra-trasformati; Trump non rischia di colpire solo le imprese straniere ma i suoi stessi cittadini favorendo il mercato parallelo dell’italian sounding, ovvero l’uso di nomi, immagini e riferimenti che evocano l’Italia su prodotti esteri che in realtà non sono Made in Italy". Prosegue Elmi: "Crediamo che debbano essere messe in campo tutte le necessarie azioni diplomatiche, per scongiurare una guerra commerciale che danneggerebbe cittadini e imprese europee e americane". L’olio, in questa guerra dichiarata unilateralmente, rappresenta il 90% degli scambi, seguito dal vino.

"Il clima che si respira nel mondo del vino – fa sapere Elmi all’indomani di Vinitaly – è di incertezza e positività allo stesso tempo, perché da un lato siamo consapevoli del valore e dell’unicità dei nostri prodotti che sono apprezzati dai consumatori americani e dall’altro dobbiamo confrontarci con un partner commerciale imprevedibile e non più affidabile".

Da Coldiretti Lucca arriva un appello per non perdere le quote di mercato che le aziende hanno conquistato con investimenti e sacrificio negli anni. Conclude il presidente Elmi: "La strategia sarà quella di trovare un punto di incontro con gli importatori americani, altrettanto interessati a continuare a fare affari con noi, per contenere l’aumento ed evitare che si rifletta interamente sul prezzo finale e quindi sul consumatore: ma per quanto possiamo sostenere questo peso da soli?".

L’invito all’Europa è di mettere a disposizione le risorse per compensare l’impatto dei dazi americani sul vino come sugli altri prodotti agroalimentari.

Maurizio Guccione