La truffa corre sulle ciclabili. Incidenti simulati in bici “Mi hai fatto cadere...“

Una decina di casi in poco tempo segnalati a Sant’Anna e San Marco. Un avvocato: “Tutti simili, le vittime sono giovani dell’Est con testimoni“.

La truffa corre sulle ciclabili. Incidenti simulati in bici “Mi hai fatto cadere...“

Incidenti in bici simulati per chiedere danni ad altri ciclisti: segnalati diversi casi in città sulle piste ciclabili

Ci mancava solo questa: la truffa in sella alle due ruote. Attenti a girare in bicicletta sulle piste ciclabili della periferia o intorno alle Mura urbane. Potreste incappare infatti in uno dei “furbetti“ che di recente sembra aver escogitato un modo alquanto efficace di spillare soldi al prossimo: fingere un banale incidente con il malcapitato di turno, farsi portare in ospedale da un’ambulanza e poi mandare una lettera tramite un avvocato con richiesta di risarcimento danni. L’alternativa? Una denuncia penale per lesioni colpose...

Sembra un racconto di fantasia, ma purtroppo è quello che è accaduto nelle ultime settimane a una decina di ciclisti lucchesi. A ricevere le lettere con richiesta di risarcimento danni sono stati alcuni avvocati che poi, casualmente, hanno scoperto di avere chi 2, chi 3 e chi 4 casi analoghi. Tutti piccoli, banali incidenti tra biciclette verificatisi sulle piste ciclabili intorno alle Mura, a Sant’Anna e a San Marco, nei quali i presunti responsabili della caduta dell’altro ciclista sono certi di non avere peraltro alcuna responsabilità.

"Due miei clienti lucchesi – commenta un avvocato – sono stati raggiunti da due richieste di risarcimento per due episodi molto simili capitati a distanza di un paio di giorni, uno a San Marco e uno a Sant’Anna. Ebbene entrambi i clienti, che neppure si conoscono, giurano di non aver praticamente toccato il soggetto che è caduto dalla bici davanti a loro. A quel punto quello l’ha accusato di averlo fatto cadere e ha chiamato il 118 per farsi portare in ospedale".

"Confrontandomi con altri colleghi – aggiunge il legale – ho scoperto che i casi sono svariati e le presunte vittime degli incidenti sono quasi tutte cittadini stranieri fra i 20 e i 30 anni dell’est Europa, che spesso viaggiano con... testimoni al seguito. In ospedale poi basta un referto di pochi giorni per avviare una richiesta ufficiale di danni. E alla fine si toccano tranquillamente i mille euro, soprattutto se il cliente non ha una polizza famiglia. Se si finisce in questa “trappola“ è complicato uscirne soprattuto per il rischio di un procedimento penale per lesioni colpose, sempre spiacevole. E questo lo sa benissimo anche chi cerca di commettere queste truffe. Il consiglio ai lucchesi è di stare attenti a chi si incrocia sulle piste ciclabili".

Paolo Pacini