Il giovane studioso Gianluca Lorenzetti di San Donnino di Piazza al Serchio, perfezionato in “Studi Danteschi“ presso l’Università degli Studi di Ferrara, presso l’Abbazia di Pomposa in Comune di Codigoro (Ferrara), nell’ambito delle manifestazioni del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, ha tenuto una inedita relazione sugli ultimi giorni del poeta, dal titolo "Gli ultimi passi del Cammino: l’ambasciata dantesca del 1321", uno scritto che volge a ricostruire le ultime ore della vicenda terrena del poeta partendo dall’analisi sulla celebre lettera da Venezia di Dante a Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna.
Dottor Gianluca Lorenzetti, rispetto ad altre ricerche sull’argomento, il suo studio per quali caratteristiche innovative si differenzia?
"Dietro il motivo della sosta all’abbazia benedettina di Pomposa di Dante e dei membri della delegazione lungo il tragitto verso Ravenna, vi sarebbe la speranza di poter trovare uno speziale presso tale comunità monastica al fine di riuscire a dare un qualche sollievo alle sofferenze del poeta, il quale, stando alle informazioni più antiche (Boccaccio e Filippo Villani), stava lottando contro la febbre. L’ambasciata dantesca non sarebbe avvenuta in agosto, o addirittura in luglio, come sostengono gli studiosi, ma agli inizi di settembre. Tale ipotesi, trova il suo fondamento da calcoli basati su dati inerenti il processo malarico, ad oggi, da considerare vero responsabile del trapasso di Dante. Infine la puntura dell’insetto, all’origine del morbo malarico, sarebbe avvenuta a Ravenna o nel suo contado, prima della partenza per l’Ambasciata a Venezia del 1321".
Dino Magistrelli