Vagli (Lucca), 4 novembre 2022 - Un luogo unico e incantevole. Si trova in Garfagnana ed è una delle riserve idriche più importanti per la Toscana. E' il lago di Vagli che, a causa del lungo periodo di siccità, è ai minimi storici. E non certo per permettere la visita di Fabbriche di Careggine, paese sommerso nel lago, come accadde nel 1994. Un po' per la scarsità delle piogge e un po' a causa del parziale svuotamento per i lavori sul ponte Tambura, il lago appare, nella foto diffusa dal presidente della Regione sul canale Telegram, pressoché prosciugato.
- Domani al via i lavori
- Dov'è il lago di Vagli?
- Storia del paese "fantasma"
- Lo svuotamento
- Il bacino colpito dalla siccità
Domani la demolizione del ponte della tambura
E' arrivata l’ora della demolizione del vecchio ponte della Tambura all’altezza del comune di Vagli Sotto, sulla provinciale 50. L’infrastruttura sarà demolita e ricostruita dalla ditta affidataria «Vando Battaglia costruzioni srl» di Gallicano, con risorse provenienti dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, dopo un importante iter seguito passo passo dal presidente della Provincia Luca Menesini e dal consigliere delegato per la viabilità della Garfagnana Andrea Carrari. La demolizione controllata del ponte, decretata della Provincia dopo i controlli accurati che ne avevano stabilito il fine vita e la successiva ricostruzione ex novo, avverrà nel pomeriggio di domani, 5 novembre, tramite microcariche esplosive. E parte del lago di Vagli è stato svuotato proprio in vista di queste operazioni.
Dov'è il lago di Vagli
Il lago di Vagli è in Garfagnana, nel Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, territorio che rientra nella provincia di Lucca.
Storia di fabbriche di Careggine, il paese fantasma
Fondato da fabbri ferrai bresciani nel XIII secolo, il paese di Fabbriche di Careggine fu conquistato dagli Estensi, divenendo all'epoca importante crocevia: da qui infatti, attraverso la via Vandelli, era possibile raggiungere Modena e Massa. La storia della cittadina fu sempre particolarmente felice, sino a una decadenza che si arrestò all'inizio del Novecento. A incidere sulla ripresa, allora, fu la lavorazione del marmo, di cui le vicinanze erano ricche. Poi nel '47 la costruzione della diga che obbligò gli abitanti del piccolo paese a trasferirsi in uno costruito a poca distanza. Ipotizzare quali siano le condizioni oggi del paese sommerso rispetto all'ultima volta in cui fu svuotato il bacino (appunto el 1994) non è cosa semplice, anche se molti esperti assicurano che le condizioni di conservazione possano essere rimaste pressoché simili a confronto con quelle di 20 anni fa.
Lo svuotamento
Lo svuotamento della diga di Vagli e la conseguente riemersione del paese di Fabbriche di Careggine, dovrebbe essere nel 2023. Il condizionale è d'obbligo. L'operazione era infatti prevista per il 2021, ma a causa della pandemia è stata rinviata. L’evento, molto atteso, è di portata internazionale. L'ultima volta è stato svuotato nel 1994 quando appunto accorsero migliaia di visitatori da tutto il mondo.
"Tutto rinviato al 2023. Enel Green Power ha deciso per ragioni tecniche di spostare al 2023 lo svuotamento del lago di Vagli". Lo annunciava in un post su Facebook Mario Puppa, consigliere regionale toscano ed ex sindaco di Careggine.
Allarme siccità
"I resti di Fabbriche di Careggine che riaffiorano dal lago di Vagli sono tutt'altro che una buona notizia, come avvenne nel 1994 con lo svuotamento del bacino artificiale che attirò un milione di turisti da tutto il mondo", lo scrive il presidente della Regione Eugenio Giani sul canale Telegram. Un messaggio che riporta l'attenzione ancora una volta sul cambiamento climatico e sul lungo periodo di siccità attraversato anche durante questo caldissimo inizio autunno. "A causa della siccità di quest’anno - continua il governatore - il livello si è abbassato drasticamente così come tante riserve idriche in tutta la regione, di cui Vagli è una delle più importanti. Al Bilancino sono invasati 46 mmc di acqua (carico al 67%), a Montedoglio 36 mmc (carico al 52%)".
"Spesso si dà per scontato - conclude la comunicazione - ma se siamo arrivati fino a novembre senza razionamenti ai cittadini nonostante le scarse piogge lo dobbiamo alle nostre riserve, al grande lavoro di donne e uomini impegnati per la tutela dell’acqua in Toscana, al contrasto agli sprechi e alle opere realizzate dall’estate per mitigare la crisi con investimenti per 4,6 milioni di euro. Per questo continueremo a migliorare la manutenzione della rete e la creazione di invasi, a breve sono previste precipitazioni con l’auspicio che piova senza fare danni".