MAURIZIO MATTEO GUCCIONE
Cronaca

‘L’amore-La rabbia‘. Nel cuore della poesia

Canone in verso ospita domani all’Oratorio degli Angeli Custodi lo spettacolo di Quilici dedicato ai poeti lucchesi

Canone in verso ospita domani all’Oratorio degli Angeli Custodi lo spettacolo di Quilici dedicato ai poeti lucchesi

Canone in verso ospita domani all’Oratorio degli Angeli Custodi lo spettacolo di Quilici dedicato ai poeti lucchesi

Prende il via la quinta edizione di “Canone in verso”, manifestazione culturale ideata e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che domani alle 21 all’Oratorio degli Angeli Custodi (in replica con altri protagonisti il 18 aprile), presenterà l’evento “L’amore – La rabbia. Essere poeti e poetesse a Lucca” a cura di Gianni Quilici, che vedrà la doppiatrice Sandra Tedeschi dare voce agli autori e autrici lucchesi, accompagnata dai maestri Fabrizio Datteri al clavicembalo e Filippo Rogai al flauto. Questa prima serata vedrà protagonisti Marisa Cecchetti, Giovanna Salvetti, Nicola Matteucci, Laura Gabrielleschi, Virginio Giovanni Bertini, Paola Massoni e Michele Sonnenfeld. Ne parliamo con il curatore Gianni Quilici che si occupa di cinema e fotografia, poesia e romanzo, critica e spettacoli. Tra le sue pubblicazioni il libro di fotografie “Lucca che vive” (Pacini Fazzi editore), il romanzo “Non è che l’inizio” e la raccolta di poesie “Versi in viaggio” (Tra le righe libri).

La rassegna ha un titolo “L’amore - La rabbia”, perché?

"Un titolo generico ma diretto e vero. Come può in una poesia non esserci l’amore nella sua smisurata articolata accezione, amore verso l’esistenza stessa e tutto ciò che vive dentro e intorno a noi in un pianeta sempre più globalizzato? E come è possibile che non ci sia nella poesia la rabbia contro la disumanità e l’indifferenza stessa? Di orrori ne siamo pieni proprio quando la scienza ha raggiunto livelli stupefacenti, per questo il nostro amare, la nostra rabbia non possono tacere".

La poesia è bistrattata, certo non ingombra gli scaffali delle librerie.

"Proprio perché ci troviamo di fronte alla moltiplicazione delle scritture poetiche, possono volatilizzarsi i poeti che meritano. Per questo segnalare alcune poetesse e poeti del nostro territorio serve per valorizzare ciò che conosciamo, di cui siamo parte. Tra l’altro oltre i quattordici presenti, ce ne sono altri, che, per diverse ragioni, sono rimasti fuori".

Da che cosa è caratterizzata la scrittura degli autori?

"Non ci sono linguaggi artificiosi che hanno tagliato i ponti con la realtà e con i codici linguistici. Nella diversità di ognuno c’è una poetica intima o civile, lirica o prosaica. Numerosi sono gli stili: limpidi o tortuosi, raffinati o colloquiali, appassionanti o taglienti".

Uscendo dai luoghi comuni che associano la poesia alla rima, esiste un linguaggio più poetico di altri?

"Non ci può essere un linguaggio più poetico di altri. Personalmente amo la poesia comunicativa, musicale, che scava nelle profondità psichiche e civili".

Iniziative come queste hanno il valore di fare uscire dai recinti che fanno della poesia un circolo per pochi adepti: che cosa ne pensa?

"La poesia non è un film o un romanzo, ha bisogno per essere apprezzata di essere letta e riletta. Se la poesia vuole avere un suo pubblico deve invadere i media, la scuola, la città, fare con i versi e la musica spettacolo".

Che cosa bisognerebbe fare per evidenziare il filone poetico?

"La poesia vive oggi più di ieri, è in ogni linguaggio, non soltanto nella letteratura. In ultima analisi, come scriveva Pasolini, nell’esistenza stessa: ci vorrebbe un’inversione di rotta, un nuovo umanesimo".

I giovani e la poesia: veramente la distanza è siderale?

"No, assolutamente. Quanti giovani uomini e donne oggi scrivono poesie e le pubblicano: ma non c’è selezione".