Vince il centrosinistra, ma non stravince, come invece era successo in passato: a Palazzo Ducale rimane un esponente del Pd, ma la novità, per certi versi storica, è che non proviene da Lucca o dalla Piana bensì dalla Versilia, un elemento, quello della provenienza territoriale, che a una prima analisi del voto è risultato vincente, visto che è prima di tutto sulla costa che Marcello Pierucci, sindaco di Camaiore in campo per il centrosinistra, ha maturato il vantaggio decisivo per portarsi al 55,4 per cento in grado di distanziare il suo avversario, Mario Pardini, sindaco di Lucca e portabandiera del centrodestra, che si è fermato al 44,6 per cento dei voti ponderati.
Ponderati, perché, come noto, i cittadini sono ormai da anni estromessi dal voto della massima carica provinciale in virtù della legge dell’ex ministro Pd Delrio e ad esprimersi domenica scorsa sono stati solo i consiglieri comunali del territorio, al cui voto, in base alla grandezza del proprio Comune, è stato assegnato un peso diverso. Un meccanismo a dir poco complicato. Resta il dato politico, con la vittoria di Pierucci che perde, rispetto alla tornata in cui fu eletto Menesini, molti punti percentuali, visto che l’ex presidente nel 2019 aveva raggiunto il 70 per cento, e Pardini recupera spazi, al netto di alcune affermazioni di propaganda che lasciano il tempo che trovano: il centrodestra sulla carta (sono pochissime le amministrazioni governate in provincia) era accreditato non oltre il 35-36 per cento dei consensi. Da allora, dal quel 2019, il centrosinistra, ha perso il capoluogo, dove si è installato proprio Pardini, ma numerose fibrillazioni interne lo hanno attraversato, basti pensare alla dura contrapposizione per arrivare alla candidatura di Pierucci, una contrapposizione che ha lasciato qualche ferito sul campo: ad Altopascio, dove governa il centrosinistra, Pardini ha addirittura ottenuto lo stesso numero di voti di Pierucci, per non parlare di Stazzema, ma anche di altre realtà dove la voglia di fare uno sgambetto al candidato sulla carta più vicino politicamente non è mancata.
Ma la voglia di smarcarsi ha attraversato anche il centrodestra, basti pensare ai voti di Seravezza (determinante sul risultato finale) e Pietrasanta. Tra gli elementi da sottolineare, anche il ruolo del terzo polo, che scivola da tre a due consiglieri, proprio a vantaggio del centrodestra: l’operazione di divenire l’ago della bilancia non pare riuscita. In casa del centrosinistra (sei consiglieri in totale), brindano i sostenitori di Pierucci: quasi un monoblocco a lui favorevole, quello dei rappresentanti Pd eletti, mentre entrano civici ed esponenti della sinistra estrema. Nel centrodestra (che si prende quattro consiglieri) fa un flop clamoroso Forza Italia, per la prima volta fuori da Palazzo Ducale e con l’imbarazzo di essere in giunta a Seravezza, ago della bilancia con la scelta del sindaco Alessandrini.
Molto bene la Lega, che raddoppia a sorpresa i consiglieri e prende due rappresentanti, tanti quanti Fratelli d’Italia, pur avendo sulla carta molti meno voti a disposizione. Quanto a Fratelli d’Italia, la partita si chiude con un netto successo per Fantozzi (foto qui a lato) e Giannoni: i due rappresentanti di quella corrente vanno a Palazzo Ducale, quelli di Zucconi restano fuori. E, c’è da scommetterci, sarà motivo di nuovi attriti.
Fabrizio Vincenti