L’appello alle neuroscienze: “Aiutateci a capire cosa si può fare per il benessere dei giovani”

I lavori della Settimana del Cervello 2024, organizzata dalla Scuola Imt di Lucca

Un momento del convegno

Un momento del convegno

Lucca, 13 marzo 2024 – “Abbiamo il dovere di dare una risposta ai fenomeni sociali che stanno mettendo in crisi ragazzi, famiglie, scuole, istituzioni, amministrazioni, enti e agenzie educative. Per farlo promuoviamo la cultura della sicurezza condivisa coniugando i saperi delle neuroscienze con l’attività delle altre agenzie di controllo sociale e delle forze dell’ordine”. Questo è l’appello del prefetto Francesco Tagliente, del presidente della Fondazione Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, intervenuto alla giornata di apertura della Settimana del Cervello 2024, organizzata dalla Scuola Alti Studi Imt di Lucca. Nel corso dell’incontro, dal titolo “Cresci che ti passa: superare i luoghi comuni sul disagio giovanile”, sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca applicata “Dispersione scolastica e incidenza dei disturbi neuropsichiatrici”.

Dopo i saluti istituzionali del rettore Rocco De Nicola e di Luigi Ruggerone e l’introduzione di Pietro Pietrini, sono intervenuti Emi Bondi, presidente della Società Italiana di Psichiatria, Federica Ruzzante, dottoranda neuroscienze, Benedetto Vitiello professore in Neuropsichiatria infantile all’Università di Torino e direttore Neuropsichiatria infantile all’Ospedale Regina Margherita di Torino, Elisa Maria Cristina Zambito Marsala, responsabile Education ecosystem and global value programs, Intesa Sanpaolo, Lorenzo Benussi Head of EdTech Unit, Fondazione Links.

Le conclusioni sono state affidate a Francesco Tagliente, presidente della Fondazione insigniti Omri, che ha collaborato all’organizzazione dell’evento. “Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entrino i decorati di un ordine cavalleresco con le neuroscienze – ha esordito Tagliente – ma la Fondazione Insigniti Omri ha destinato proprio a questo tema uno fra i più importanti progetti della sua attività. Senza contare che l’analisi dei meccanismi psicologici che sono alla base dei comportamenti individuali e collettivi e della loro gestione hanno costituito una parte fondamentale della mia lunga esperienza di poliziotto e poi di prefetto.”

“Lo spirito che anima la Fondazione – ha proseguito - è quello di restituire allo Stato, grazie all’impegno dei propri membri, il privilegio che la Repubblica ha conferito attraverso l’onorificenza. E poiché molti fra noi servono o hanno servito lo Stato nell’ambito della pubblica sicurezza, è giusto e doveroso creare e alimentare progetti che possano essere utili all’azione delle strutture amministrative di Governo. In altre parole, continuare a servire il Paese promuovendo una cultura della sicurezza aggiornata, efficiente e, soprattutto, condivisa tra il sapere accademico e l’azione di tutela del territorio e dei cittadini.  È sotto gli occhi di tutti che negli ultimi tempi stiamo registrando un nuovo fenomeno sociale – ha detto ancora il presidente della Fondazione Insigniti OMRI – che vede crescere il numero di minori protagonisti di atti di violenza, aggressioni, risse, e rapine anche a mano armata. Molti puntano il dito contro le famiglie e la scuola, altri contro la carenza delle Forze di polizia, altri ancora contro la pandemia. Di chi è la responsabilità? Cosa avremmo dovuto fare? Cosa possiamo ancora fare per tutelare per il benessere delle giovani e delle future generazioni?”.

“Questa è la domanda rivolta al mondo delle neuroscienze dalla Fondazione Insigniti Omri, che ha il privilegio di annoverare tra le sue file il commendatore Pietro Pietrini, neuroscienziato di fama internazionale che presiede, nell’ambito della Fondazione, proprio il comitato consultivo per le tematiche legate alle neuroscienze”. Stabilire un legame interdisciplinare è possibile. In qualche modo è stato già attuato, almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale”.

“Da Prefetto di Pisa - ha raccontato Tagliente – a seguito di un suicidio di un imprenditore, sono andato a trovare la vedova e la figlia. Poi, rientrando in prefettura, ho chiamato il professor Pietro Pietrini, allora direttore di Psicologia clinica della Aoup . Dopo avergli descritto la vicenda, gli ho chiesto se con una maggiore attenzione quella tragedia poteva essere evitata. La risposta del professor Pietrini è stata: ‘E’ probabile’. Quel probabile mi ha portato a convocare d’urgenza una cinquantina di rappresentanti di istituzioni, amministrazioni, enti, ordini professionali e associazioni. Abbiamo deciso di attivare un servizio di ascolto e sostegno per prevenire le tragedie familiari originate da sofferenza economica incolpevole, un servizio a costo zero, fatto di mero volontariato sociale”.

“Ancora oggi – ha ricordato – ricevo messaggi da parte di persone gestite da quel servizio che continuano a ringraziarmi: alcuni dicono che sono vivi proprio grazie a quel servizio”.