Da oggi fino al 6 ottobre, Roma ospiterà "Riverberi e trame dalla Scuola Romana", la prima retrospettiva in assoluto dedicata alla pittrice Anna Maria Fabriani che, dopo essere nata e vissuta nella Capitale, oggi vive a Lucca insieme alla figlia e ai nipoti. La signora Anna Maria, residente nel cuore della città, lo scorso 28 giugno ha compiuto, pensate, ben cento anni. Un compleanno speciale che non poteva essere celebrato in un modo migliore.
Nature morte, fiori, ritratti: a Palazzo Merulana saranno esposte quaranta opere – alcune recuperate addirittura da alcune cantine – che, nel corso degli anni, sono state senza dubbio influenzate dal suo mentore e maestro, Carlo Socrate, e dagli studi nell’atelier di Villa Strohl-Fern. Qui, la pittrice ha appreso il metodo di ricerca del colore, sviluppando un’attenzione spasmodica alla luce, che diverrà nel corso del tempo un tratto caratteristico del suo stile. Oltre alla luce, tratto inconfondibile dell’artista è sicuramente il suo sguardo quasi "cinematografico". In ogni sua opera, inoltre, è impossibile non notare il forte legame con la tradizione pittorica della Scuola Romana.
Anna Maria ha iniziato la sua carriera da pittrice negli anni Quaranta, all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove strinse un fortissimo legame artistico con il suo maestro. La sua produzione possiamo dire che si possa dividere in due fasi, con una pausa lunghissima una dall’altra: la prima termina infatti negli anni Settanta, quando decide di dedicarsi interamente alla famiglia. La seconda si riapre invece nel 1997 quando, alla morte dell’amato marito (lo scrittore e drammaturgo pisano Silvano Ambrogi) decide di ricominciare a dipingere, terminando un ritratto che aveva lasciato incompiuto ben trent’anni prima. Da allora non si è più fermata, dipingendo opere straordinarie fino al 2018, quando l’età non le ha più permesso di stare tante ore in piedi davanti al cavalletto.
La mostra vuole anche essere un forte grido di emancipazione: soprattutto in passato sono state tante le donne che, avendo avuto meno possibilità dei mariti, hanno abbandonato il loro talento o lasciato le loro bellissime opere tra le pareti di casa, senza che nessuno le abbia mai potute ammirare. Una censura di uno sguardo femminile (che spesso diventa anche autocensura) laddove sono presenti tecnica, visione, e un universo tutto da scoprire. Anche Anna Maria, per sua scelta, ha operato quasi esclusivamente nella propria casa, raffigurando sempre e solo oggetti di uso e fruizione quotidiana. Quello della pittura per lei è sempre stato un "passatempo", una passione che colorava la sua impegnativa vita da insegnante.
Ma oggi, nonostante l’età e qualche piccolo "acciacco", non smette di sognare: Oggi sogna di andare a New York a trovare la nipote e fare "un bel quadro". Tra i sogni anche quello di vedere una sua mostra anche a Lucca, la città che l’ha ospitata con affetto negli ultimi anni, e che ormai sente "sua". "Per noi sarebbe un grandissimo privilegio allestire una mostra in città – ha detto Sabina, figlia e curatrice della mostra – Lucca non è solo la città in cui oggi vive mia madre, ma è anche una vivace culla di arte e di cultura".