
Vanessa Simonini, uccisa nel 2009
GALLICANO (Lucca)Continua a morire ogni giorno Vanessa Simonini. La giovane ventenne di Gallicano vittima di un femminicidio nel 2009 non riesce a trovare pace. Il suo assassino, il reo confesso Simone Baroncini – condannato a 16 anni di reclusione con pena ridotta ed uscito di carcere nel 2022 – è stato arrestato pochi giorni fa a Pisa, città dove vive, per il reato di violenza sessuale: sarebbe stato lui a ferire con una siringa tre studentesse.
Un fatto che ha suscitato enorme sdegno in tutta la Valle del Serchio, dove il dolore per la atroce fine di Vanessa è ancora vivo, ma vivo è anche il suo ricordo grazie alle decine di iniziative portate avanti dalla madre, Maria Grazia Forli, e dagli amici e dalle volontarie dei centri di ascolto "Non Ti Scordar di Te". Tra queste ci sono una serie di Panchine Rosse installate nei vari comuni della Lucchesia; una delle quali – quella di Fornoli, nel comune di Bagni di Lucca – è stata vandalizzata l’altra notte. L’installazione, che sorgeva nei pressi del monumentale Ponte delle Catene, è stata letteralmente distrutta per mano di ignoti.
Sul caso indagano i carabinieri di Castelnuovo di Garfagnana e l’intenzione è quella di andare a fondo quanto prima nella ricerca dei responsabili; lo stesso Comune di Bagni di Lucca ha fatto sapere di voler arrivare a identificare gli autori dell’atto vandalico quanto prima. Ma certo è uno fatto che lascia sgomenti e senza parole.
"Vanessa non riesce a trovare pace, nemmeno dopo tanti anni dal suo omicidio e tutta la fatica immessa nel cercare senza sosta e con tutti i mezzi possibili di sensibilizzare sul tema della violenza di genere. Una violenza che si continua a perpetrare, nonostante tutto, in forme rinnovate e senza l’ombra di alcun senso di rimorso o redenzione", commentano in modo emblematico e agghiacciante alcune persone vicine alla famiglia.
Sgomenta la madre che all’indomani dell’arresto di Baroncini aveva ricordato come tredici anni di carcere, di cui tre in semilibertà, fossero "un tempo troppo breve e assolutamente insufficiente per chi si è macchiato di un reato come l’omicidio".
E ieri è tornata a prendere le parola ricordando come sulle panchine "oltre al colore, sempre rosso, sulle panchine, oggi arrivate all’importante numero di 138, c’è una targhetta con incisa una mia poesia dedicata a Vanessa, oltre a tutti i numeri utili, nazionali e dei centri di ascolto locali, per ricevere aiuto in caso di violenza. Questo di Fornoli – aggiunge – è un danno molto grave, mai accaduto prima d’ora e che ci fa inorridire: vedere la targhetta a terra tra gli assi scomposti della panchina devastata è stato sicuramente molto doloroso, ma la nostra reazione sarà quella di andare sempre avanti per la nostra strada. La lotta per la certezza della pena nell’omicidio volontario e la battaglia contro la violenza di genere sono vive oggi più che mai."