La titolare della ditta, Ilaria Deverio
Lucca, 11 febbraio 2017 - Il lavoro? C’è ma non tutti sono così interessati. La testimonianza di Ilaria Deverio, 33 anni, titolare della ditta lucchese di assemblaggio macchinari industriali Era-Mec, con sede a Lucca in via del Brennero, è sorprendente. "Da un anno cerco una nuova figura da inserire nel mio staff , un responsabile di produzione, – dice - e non la trovo. Si lamentano perché manca il lavoro, io invece sono delusa perché nei colloqui non trovo motivazione, volontà e voglia di mettersi in gioco". "Disoccupazione sopra il 40%? Sarò criticata per quello che dico – continua – ma credo sia necessario ascoltare anche le voci fuori dal coro. In Toscana un imprenditore su cinque non trova figure idonee per la propria attività. Anche io ho questo problema – si sfoga la titolare – . Il problema è che contratti collettivi nazionali prevedono stipendi bassi, ma noi cerchiamo di invogliare i dipendenti mettendoci del nostro, anche se è dura. È il mercato che fa il prezzo e per noi, che lavoriamo per conto terzi, la prima voce di costo sono proprio i dipendenti".
Il messaggio è forte e chiaro: il problema cruciale è che "i giovani tendono a sopravvalutarsi, a pensare a priori di essere insostituibili». «Non voglio generalizzare – precisa –. Ho incontrato persone meritevoli, con grinta e capacità, ma la maggior parte non rientra in questa categoria. Noto, tra l’altro, che le persone più qualificate a livello di studi e di formazione sono più disposte al sacrificio rispetto a giovani che hanno appena finito la scuola, che sono attaccati ad orari e straordinari". "Proprio in questi giorni – annuncia Ilaria Deverio - stiamo arricchendo di un nuovo tassello la nostra avventura con l’apertura di un’altra azienda, la Abys. Per me questa è un’occasione per coinvolgere i miei dipendenti, perché sto manifestando loro la volontà di dare continuità ad un progetto comune". Sul tema anche il presidente nazionale di Conflavoro Pmi Roberto Capobianco: «Mi fa piacere che una giovane imprenditrice, nostra associata, abbia il coraggio di dire come stanno le cose. Trovo che la figura dell’imprenditore sia troppo demonizzata, e questa è una delle mille prove. Ha ragione sui contratti collettivi nazionali da rivedere e Conflavoro Pmi è attiva da tempo per apportare migliorie».