di Iacopo Nathan
La società civile lucchese ha deciso di immergersi all’interno della casa circondariale San Giorgio, per vedere da vicino la reale condizione dei detenuti. L’Unione delle Camere Penali Italiane ha organizzato in tutte le Carceri italiane durante il periodo estivo una visita ai detenuti dei vari istituti. L’obiettivo era quello di "responsabilizzare la politica sulla indifferibilità di interventi idonei a rimuovere concretamente le cause che rendono la pena inumana e degradante e a dare consapevolezza alla società civile delle reali condizioni degli istituti e di formare una coscienza sociale comune e informata sul tema del carcere". Una visita lunga, durata diverse ore, che ha permesso a tutti i presenti di entrare davvero in contatto con l’attuale situazione del carcere lucchese.
"La visita ha riscontrato un bel successo - spiego l’avvocato Marco Treggi, presidente della corte di Camera Penale di Lucca- . Sovraffollamento, chiusura delle sezioni, riduzioni drastiche delle attività trattamentali, caldo insopportabile, carenze igieniche, idriche, strutture fatiscenti, passeggi assolati e infuocati, violenze, autolesionismo, suicidi non sembrano per nulla affievolirsi nelle Carceri Italiane. Abbiamo voluto visitare anche il carcere della nostra città coinvolgendo la società civile e la magistratura. L’iniziativa ha avuto un ottimo risultato, abbiamo potuto cogliere le criticità e anche i pregi del carcere di Lucca: i presidenti degli ordini professionali, avvocati, commercialisti, architetti e ingegneri, hanno potuto prendere consapevolezza delle condizioni delle strutture e della vita condotta dai detenuti all’interno dell’istituto. Occorre dire che rispetto ad altri carceri abbiamo trovato l’istituto lucchese con un livello di criticità minore. I numeri, le condizioni riescono ad essere ben gestite dalla direttrice, pur mancando personale ma anche ad esempio l’acqua calda nelle celle, una separazione tra locale wc e cella, una sola doccia per sezione per circa 30/40 persone, c’è poco lavoro per troppe persone".
"Mancano inoltre le celle per il primo ingresso e l’impossibilità di individuarle per carenza strutturale - conclude Treggi -. I presidenti degli ordini si sono sentiti sensibilizzati e si sono detti disponibili a cercare il modo e gli strumenti per contribuire alla risocializzazione, si cercheranno fondi per acquistare la vernice e pennelli per ritinteggiare le scalcinate, celle e parti comuni, ma oggi, subito servono misure idonee per eliminare il sovraffollamento e i suicidi che con il finire del mese di agosto è giunto all’impressionante numero di 68 in tutta Italia".
"Ringraziamo la Camera Penale che ci ha offerta questa possibilità - aggiunge Umberto Quiriconi, presidente dell’ordine dei medici della provincia di Lucca -. Dall’esterno non si ha l’idea di cosa sia la vita all’interno di un carcere. Le strutture sono fatiscenti, c’è sovraffollamento, anche se non drammatico come in altre realtà, e anche la manutenzione è carente. Ci sono alcuni locali nuovi che sono ben strutturati e accuditi, e questo fa ben pensare per il futuro".
"Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, c’è un collega che si occupa delle attività quotidiane, c’è personale infermieristico - conclude Quiriconi -. Quello che è carente è la consulenza specialistica, molto importante specialmente per i pazienti psichiatrici".