Sono i legumi più antichi del mondo; Esaù, ci narra la Bibbia, vendette la sua primogenitura per un piatto di lenticchie. Adesso putroppo il loro uso ha avuto un crollo verticale, spesso usati solo come piatto augurale natalizio. Peccato: insieme a ceci e fagioli sono denominati la Carne dei poveri, vista la notevole presenza di proteine nobili. Ma le differenze con la carne sono abissali; mentre eccessi di cibi carnei portano al tumore al colon, i legumi invece si comportano in modo opposto proteggendoci da questo tipo di cancro.
Non solo: i legumi hanno nella loro cuticola i cosiddetti “lignani”, fitoestrogeni capaci di proteggere seno e prostata da tante patologie. Ma le lenticchie hanno anche altri meriti:
1. sono una fonte enorme di ferro;
2. abbassano, grazie ai loro steroli, la colesterolemia;
3. sono un’arma eccezionale contro la stipsi;
4. mescolati a orzo e farro sono una fonte di Betaglucano, molecola utile per i cardiopatici;
5. sono alimenti galattofori, aumentano cioè la portata lattea della neomamma;
6. hanno un costo dieci volte inferiore a quello della carne.
Ma quale è il modo migliore per prepararle? Una ricetta salutista è questa: mescolare farro della Garfagnana a lenticchie ed avena; cuocere lentamente usando come aromi aglio, salvia e rosmarino; la notizia meravigliosa è che due anni fa in salvia e rosmarino è stata evidenziata una molecola chiamata carnoslo capace di fare profilassi nei confronti del tumore al polmone dei fumatori.
Attenzione però: le lenticchie che io consiglio sono quelle italiane; ce ne sono di eccezionali (Castelluccio, Norcia, Lucchesia etc); l’80 per cento purtroppo viene dal Sud America, spesso trattate con antifungini.
Importante mangiare le lenticchie integrali e non quelle decorticate (che perdono i Lignani). Per i ragazzi che non amano le zuppe consiglio sempre una volta cotta di arricchirla con pezzetti di prosciutto crudo dolce o con del gorgonzola; questo formaggio ha fama di essere molto grasso, ma non è vero; la sua erborinatura inoltre permette di arricchire la nostra flora batterica intestinale considerata ormai il nostro ministero della difesa. Per il prosciutto crudo prediligo quello ove non ci siano nitrati, conservanti che non sono certo il massimo della salute.