Protagonista del main event di Lucca Effetto Cinema, sabato 28 settembre alle ore 22, in piazza San Michele, sarà Claudio Simonetti, figlio d’arte (il padre Enrico era a sua volta musicista, compositore e conduttore televisivo), che deve gran parte della sua carriera di musicista al grande schermo.
Le colonne sonore, tra le altre, firmate come Goblin, di “Profondo Rosso“, “Suspiria“, “Phenomena“ e “Opera“ di Dario Argento e “Zombi“ e “Wampyr“ di George Romero.
Per Simonetti si tratta di un ritorno a Lucca, dopo la sua esperienza del 2016, proprio in occasione della presenza di Romero al Lucca Film Festival.
Cosa ha preparato per questo evento?
"Sarò da solo con le mie tastiere e suonerò i brani più famosi, mentre su uno schermo alle mie spalle scorreranno le immagini tratte dai vari film".
Come è nata la sua passione per la musica?
"Sono nato e cresciuto in mezzo alla musica. Mio padre mi ha fatto studiare il pianoforte da quando avevo otto anni e fin da bambino ho ascoltato e suonato musica".
E quella per il cinema horror?
"In realtà ho iniziato, alla fine degli anni Sessanta, come tutti, con vari complessini, suonando musica varia. Poi, come Goblin. grazie al nostro produttore, siamo stati fortunati a farci ascoltare da Dario Argento, che cercava una band rock per “Profondo rosso“. E da lì è iniziato tutto".
Non le pesa essere considerato un compositore solo horror?
"No, certo. Anzi, per fortuna. Anche se ho fatto tante altre cose, come la disco dance degli anni ’80 con Easy Going e Vivien Vee. E poi, forse in pochi lo sanno, ho scritto la musica di “Gioca Jouer“ di Claudio Cecchetto, che ancora oggi si balla".
Come è stato lavorare con George Romero?
"In realtà l’ho conosciuto solo a Lucca nel 2016. Non avevamo mai avuto contatti diretti, perché era stato Dario Argento a richiederci variazioni alla colonna sonora esistente di “Wampyr“ per il mercato europeo. Nel caso di “Zombi“, invece, la nostra musica è uscita anche negli Stati Uniti ed è andata bene".
Perché l’horror affascina tutti, anche giovani e giovanissimi?
"Tutto ciò che è sconosciuto, che fa paura, l’incognito, ha sempre affascinato, così come in letteratura. Anche i bambini ne sono attratti e se si pensa ai film d’animazione più classici della Disney, in realtà si tratta di quasi-horror, con storie agghiaccianti, tristissime. “Biancaneve“, “Bambi“, lo stesso “Pinocchio“ raccontano soprattutto di morte. Non a caso adesso questi film non si fanno più, seguendo il politicamente e moralmente corretto. Ma poi in un film “buonista“ non c’è mordente, non attira attenzione o curiosità. Quanto all’orrore, poi, se ascoltiamo il telegiornale ogni giorno, la realtà è molto peggio della finzione, aggravata da una morbosità inutile nella comunicazione, che fornisce particolari davvero superflui".
Paolo Ceragioli