
Due suore ieri pomeriggio hanno reso omaggio insieme a migliaia di fedeli alla salma di Papa Francesco
L’arcivescovo Paolo Giulietti in questi giorni sarà nella capitale, per accompagnare il Giubileo degli adolescenti – oltre mille giovani della nostra Diocesi – occasione che diventa un immenso ultimo saluto a Papa Francesco. Le parrocchie del nostro territorio stanno dando vita a iniziative spontanee per presenziare alle esequie del Pontefice, sabato a Roma dove sono attese qualcosa come 200mila persone. La diocesi lucchese non ha organizzato trasferimenti specifici in vista dei funerali, anche perchè appunto coinvolta negli eventi legati al Giubileo che sono stati confermati dalla Santa Sede, anche se con modalità che ovviamente tengono conto del triste annuncio.
Sono giorni e momenti di intenso dolore e riflessione per i credenti e per tutta la comunità che si stringe virtualmente in un unico grande abbraccio. L’arcivescovo Giulietti ha rivolto un appello ai parroci e rettori delle nostre chiese. “Nei prossimi giorni chiedo a loro di inserire l’intenzione di suffragio nelle celebrazioni eucaristiche quotidiane, rinnovando l’annuncio apostolico della vita eterna e della risurrezione, affidato in modo speciale dal Cristo a Pietro e ai suoi successori. In questo modo la tristezza di questo distacco non ci "ruberà" la speranza e la gioia che la Pasqua sempre e comunque ci consegna“. “Le tempeste non potranno mai avere la meglio, perché siamo ancorati alla speranza della grazia, capace di farci vivere in Cristo superando il peccato, la paura e la morte. Questa speranza, ben più grande delle soddisfazioni di ogni giorno e dei miglioramenti delle condizioni di vita, ci trasporta al di là delle prove e ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta alla quale siamo chiamati, il Cielo“, è un altro significativo passaggio del suo intervento.
Parole che confortano, esortano a comprendere il momento e a mantere viva la speranza. “Quanto adesso viviamo nella speranza, allora lo vedremo nella realtà. Sant’Agostino in proposito scriveva: “Quando mi sarò unito a te con tutto me stesso, non esisterà per me dolore e pena dovunque. Sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te”. Cosa caratterizzerà dunque tale pienezza di comunione? L’essere felici – ricorda monsignor Giulietti – . La felicità è la vocazione dell’essere umano, un traguardo che riguarda tutti". Riguarda tutti anche in questi giorni in cui Papa Francesco ci ha lasciato, non prima di dedicare a tutto il mondo una preghiera pasquale che più che mai sa di pace e, appunto, di speranza.
Laura Sartini