
Dopo l’incontro di mercoledì sera, i vertici locali del Carroccio hanno scritto al primo cittadino formalizzando la fine del rapporto fiduciario con l’assessore al sociale il cui destino ora è segnato.
Antraccoli fa rima con Caporetto per l’assessore al Sociale e alla Sicurezza Giovanni Minniti, da giorni al centro delle polemiche per la determina dei suoi uffici con la quale si dava il via libera per ospitare sino a 24 persone in stato di disagio abitativo in una piccola struttura di Antraccoli al costo di 230mila euro da corrispondere alla Misericordia di Lucca.
Nella giornata di ieri, i consiglieri della Lega in Comune hanno avuto un lungo incontro con il sindaco Pardini per confermargli la sfiducia nel suo operato e nel chiedere la sostituzione. Pardini, che si è preso qualche giorno di tempo, pare ormai intenzionato a dare per perso il suo assessore dopo accennato una iniziale difesa di ufficio. Per le formalità servirà ancora qualche giorno.
Per il momento, il sindaco si limita, con un post su Facebook, a consigliare prudenza alla minoranza di sinistra prima di commentare i fatti di Antraccoli: "Se loro fossero davvero al fianco delle persone, di chi lavora - o semplicemente leggessero le cronache di questi giorni - saprebbero dell’incontro di martedì con i cittadini di Antraccoli e del clima sereno nell’amministrazione. Per il resto, noi continuiamo come sempre a rispondere con i fatti. Agli altri lasciamo il gossip". Dall’ufficio stampa di Palazzo Orsetti, invece, precisano di non poter commentare né smentire o confermare le ipotesi di rimozione dell’assessore e nemmeno sull’intera vicenda.
Il progetto che ha fatto tracimare il malcontento nei confronti di Minniti, riguarda la stessa struttura già finita al centro delle polemiche perché individuata, sempre con la Misericordia, per ospitare una quarantina di immigrati richiedenti asilo. Nell’autunno scorso il progetto naufragò anche per la levata di scudi degli abitanti della zona che ottennero la garanzia di veder sorgere nella loro piccola corte un progetto di minor impatto e in questa scelta la Lega fu tra le più convinte sostenitrici della marcia indietro. A distanza di pochi mesi, ecco un nuovo progetto, anch’esso con numeri rilevanti, avallato dallo stesso settore gestito da Minniti. Una scelta politicamente inaccettabile. La bufera è stata inevitabile: la Lega ha chiesto di chiarire se il documento era frutto della volontà del dirigente o anche dell’assessore.
L’incontro, con il sindaco e lo stesso Minniti, è avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì: le spiegazioni dell’assessore non hanno convinto e lo stesso sindaco avrebbe fatto capire a chiare note che il dirigente autore della determina aveva agito correttamente, ovvero con i dovuti passaggi con il suo assessore di riferimento prima di rendere pubblico il documento. A quel punto, almeno in casa del Carroccio, la sorte di Minniti è stata segnata.
La partita, da quel momento, è divenuta del sindaco che si è trovato alla prese con un problema, probabilmente altre volte schivato negli ultimi mesi. Alla formalizzazione dello stesso ci ha pensato la sua casella di posta elettronica, dove mercoledì notte, a breve distanza dall’incontro, è giunto un documento che segna il punto di non ritorno. In esso, il segretario provinciale della Lega Riccardo Cavirani precisa di ritenere rotto il rapporto fiduciario del partito con l’assessore Minniti, che, a far data da quel momento, è in giunta senza rappresentare la Lega, allegando anche la copia della lettera che i consiglieri comunali avevano recapitato nei mesi scorsi alla stessa dirigenza del Carroccio e dove definivano inadeguata l’azione amministrativa di Minniti e bollavano come inesistente il suo rapporto con il gruppo stesso.
Fabrizio Vincenti