Fermento sull’ipotesi della realizzazione di una boutique Dior nella storica villa di via Carducci. E mentre a livello tecnico ci sarà da sciogliere il nodo della fattibilità dell’operazione – se poter abbattere il patio e ricavare posti auto necessari per lo svincolo a destinazione commerciale – la gente vuole dire la sua. E stasera alle 21 al bar Pretino in Vaiana proprio questo sarà l’argomento degli incontri periodici promossi da Luca Morini. Chiacchiere in libertà che stanno diventando momenti di confronto sempre più partecipati e a cui non manca la presenza anche della parte politica seduta tra i cittadini. "E’ un’iniziativa che ho avviato in modo spontaneo – racconta Morini, promotore degli appuntamenti al bar –
in occasione di un confronto l’estate scorsa con alcuni amici, in cui ho capito che c’era bisogno di recuperare tanto del nostro passato ma in modo disinvolto, davanti a un caffè. Non voglio rappresentare niente di politico e neppure pensare alla stesura di alcun programma, mi interessa raccogliere gli spunti e cercare di ripescare aneddoti e storie. Indubbiamente da tanti anni Forte dei Marmi ha fatto un’inversione di rotta. Quei ’paletti’ identitari non furono messi dai fortemarmini, bensì dai signori che arrivavano in vacanza e volevano trovare un determinato ambiente e stile di vita: adesso però è il paese stesso che sente il bisogno di riposizionarli, altrimenti la pressione che viene dall’esterno avrà il sopravvento".
Il riferimento è non solo al pressing commerciale delle grandi maison con mire sempre più espansionistiche, ma anche alla trasformazione progressiva degli stabilimenti balneari "a cui è stato concesso di togliere file di cabine per fare ristoranti e bar". "E’ interessante capire – prosegue Morini – quale sarà la visione futura dell’amministrazione su questi argomenti: Dior è solo un scintilla che ha posto la luce su un problema. Deve prevalere una visione rigorosamente identitaria o è giusto anche ’scendere a compromessi’ per una ricaduta commerciale sul paese? Di questo si parlerà serenamente, in un’occasione che rappresenta un servizio anche per il sindaco stesso. Infatti per la comprensibile mole di impegni spesso il primo cittadino di ogni Comune è costretto a stare più dentro il palazzo. Ecco che con le nostre serate ’pop’ al bar offriamo all’amministrazione la possibilità di partecipare, ascoltare e porsi sempre di più dalla parte del cittadino"
Francesca Navari