Sono bastati ottanta anni – dal 1943 al 2023 – perché in Italia il numero delle nascite abbia fatto registrare un crollo del 50%. Il dato viene alla luce da un’analisi effettuata dal Centro studi della Cgia di Mestre, nota per essere un riferimento attendibile a livello nazionale per l’attività di studio e di ricerca nel settore economico, fiscale e giuridico.
I numeri che sono emersi nel report del mese in corso, ci consegnano una fotografia del Paese in cui l’andamento della popolazione non può che fare riflettere. Nell’ultimo decennio, ovverosia dal 2014 al 2024, l’oscillazione della popolazione nella fascia 15 – 34 anni, vede un calo del 5,8%. La provincia di Lucca, per esempio, si colloca all’interno delle 107 province al 59° posto rappresentando, così, una variazione in calo del 3,1%.
In Toscana è quart’ultima: fanno peggio solo Massa Carrara, Arezzo e Grosseto. Meglio, invece, Livorno, Siena, Pisa e Pistoia che hanno il segno negativo. Si salvano, invece, Prato e Firenze rispettivamente con il +1,9% e +3,0%. In questa fascia di età – che poi rappresenta uno spicchio consistente del nostro futuro – secondo la Cgia di Mestre ci troviamo di fronte "a un crollo del numero dei giovani presenti in Italia".
Nel Centro Italia, l’andamento conferma il calo che si attesta al -4,9%. Non c’è ottimismo tra coloro i quali si occupano dei fattori che determinano il l’abisso demografico: "La denatalità – proseguono dal Centro studi – continuerà a fare sentire i suoi effetti negativi in tutto il Paese". E in Lucchesia, come abbiamo visto, seppure il dato sia inferiore a quello registrato nel centro Italia, non c’è affatto da sorridere. Ma ritorniamo a parlare del confronto negli ultimi ottanta anni.
Leggendo i dati raccolti, i nati vivi in provincia di Lucca nel 1943 ammontavano a 6.338; nel 2023 – ultimo dato di riferimento disponibile – i nati sono stati, invece, 2.012: una riduzione impressionante. In Toscana, lo stesso dato sui nati vivi nel 1943 fissa in 48.469 persone che nel 2023 sono scese vertiginosamente a 20.875. L’andamento della popolazione italiana giovanile presa in esame, sempre tra i 15 e i 34 anni nell’area euro risultante nel decennio 2014 – 2023 porta in evidenza un calo complessivo del -6,1%: una vera e propria emorragia di nascite.
In Toscana, stessa fascia di età nel periodo 2014 – 2024, il calo, tuttavia, rispetto alle altre Regioni, risulta contenuto al – 1,4% collocandosi al 13° posto su 20 regioni in totale. I rimedi sono di complessa articolazione e la Cgia di Mestre evidenzia alcune considerazioni: "Investire di più nella scuola – afferma – nell’università e nella formazione professionale".
Il Centro studi, affronta anche l’argomento dell’immigrazione: "È essenziale chiarire che l’immigrazione non può costituire l’unica risposta ai problemi derivanti dal declino demografico; tuttavia nel breve periodo può rappresentare un valido strumento per affrontare questa sfida, a condizione di essere in grado di preparare adeguatamente le persone che intendono entrare in Italia".
Quella della Cgia di Mestre è una fotografia aggiornata della situazione legata al calo demografico: un trend ormai strutturato i cui rimedi, o almeno parte di essi, guardano con attenzione alle politiche di welfare, sia nazionali che locali, affinché possa avviarsi, seppure lentamente, un’inversione di tendenza con leve che incidano a vantaggio delle nuove generazioni.