MAURIZIO GUCCIONE
Cronaca

“Lottiamo per garantire qualità e tutela ambientale“

Il tiotolare della “Blumen“ di Altopascio: “Servono regole certe per tutti“

È un’azienda sana che dà lavoro a 13 persone e produce margherite e crisantemi. La Blumen di Altopascio soffre la stessa crisi che altre imprese italiane si trovano ad affrontare: non solo per una concorrenza sleale che arriva dai Paesi esteri ma per i vincoli, quelli sì, “Made in Italy”, che gravano sui costi. Oneri economici e dettati normativi sono sempre dietro l’angolo, pronti a fiaccare non tanto il fisico (a quello basta il lavoro quotidiano) ma la tenuta dell’impresa.

"I dazi aumenteranno alcuni prodotti che usiamo per la produzione dei fiori ma non incideranno troppo – afferma Niccolò Paganelli, contitolare della Blumen – tutto il resto, ovverosia i controlli, la tassazione e il rispetto di qualsiasi norma, è una vera e propria vessazione: da qui – prosegue – si evince la concorrenza sleale di alcuni Paesi esteri che invece non sono tenuti a rispettare tali vincoli". Paganelli non fa questione di osservanza o meno delle leggi: "È giusto essere sottoposti ai controlli, a partire da quelli sulla sicurezza del lavoro perché è corretto, così come non impiegare sostanze chimiche pericolose per chi le usa e per i terreni, però è altrettanto vero che occorre una normativa europea unica, senza scappatoie, altrimenti la concorrenza è veramente sleale, peraltro a discapito della qualità del prodotto e dell’ambiente".

L’azienda è nata nel 1974 e da allora si tramanda di padre in figlio: "È un’impresa che lavora incessantemente tutto l’anno – prosegue Paganelli – abbiamo attuato ogni forma utile per abbattere prima i costi dell’energia installando un impianto fotovoltaico e poi eliminando il gas necessario al riscaldamento delle serre, il cui prezzo si è impennato con l’inizio della guerra in Ucraina, per sostituirlo con il “cippato”; ma non solo – spiega l’imprenditore – abbiamo bandito ogni tipo di prodotto chimico impiegato per le nostre colture, sostituendolo con il lancio di insetti antagonisti, lasciando così alla natura il compito di fare ciò che in molti, mi riferisco proprio ai produttori esteri, non fanno impiegando veleni di ogni tipo".

Lavorare coscientemente, insomma, paga dal punto di vista etico ma da quello economico diventa paradossalmente un boomerang. "Servono regole certe e uguali per tutti – va avanti Paganelli – perché noi operiamo tenendo conto dei costi ma anche della tutela del territorio: pensiamo in autonomia a lanciare gli insetti antagonisti che ci fornisce un produttore olandese, parlo di 7 lanci attraverso una sorta di phon durante ogni produzione; va bene tutto ma se arriva qualcuno che in mancanza di regole da rispettare può permettersi di essere concorrenziale, allora non è più una sfida ma una lotta".

Fortunatamente il settore in cui lavora la Blumen tratta un mercato locale, ma basta invece spostarsi tra i produttori di rose per essere di fronte a una concorrenza spietata. L’azienda lucchese, dove appunto sono impiegate 13 persone, produce 50mila piante a settimana e 3,5milioni all’anno: un rischio d’impresa, insomma, fiaccato dalle insidie che solo un’Europa uguale per tutti può garantire, senza trasformare il lavoro in una corsa a ostacoli, con il rischio di mandare in fumo qualità, tipicità e occupazione.