
Il sindaco, Mario Pardini, durante il suo intervento all’inaugurazione ieri mattina della “Paper Week“
LUCCA"Siamo orgogliosi che la quinta edizione della ‘Paper week’ parta proprio da Lucca, scelta da Comieco come ‘Capitale del riciclo’ del 2025 – ha esordito il sindaco Mario Pardini –. Qui abbiamo infatti il distretto cartario più importante d’Europa e la provincia è il capoluogo toscano più virtuoso in materia di raccolta differenziata. Questo è il frutto di un livello generalizzato di consapevolezza, che coinvolge, cittadini, imprese e realtà che si occupano della gestione dei rifiuti. Per questo è importante promuovere anche attraverso il linguaggio dell’arte e del gioco un sistema di buone pratiche che porti le generazioni del domani a raggiungere sempre nuovi traguardi".
"Essere a Lucca non è un atto di gentilezza, ma un attestato di merito – ha precisato il presidente del Consorzio nazionale per il riciclo degli imballaggi cellulosici Amelio Cecchini –. Il comprensorio è infatti il primo su scala nazionale per raccolta di carta e cartone, questo significa che i cittadini sono consapevoli dell’importanza e delle ricadute virtuose che ha l’economia circolare: nove imballaggi di carta e cartone su dieci vanno a riciclo, ma grazie a iniziative come la ‘Paper week’ vogliamo intercettare la totalità dei rifiuti. Per fare questo dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione, aiutare quei Comuni che necessitano di avere uno stimolo – così come il Consorzio fa da tempo – e allo stesso tempo ringraziare quei luoghi come Lucca, testimonial e esempio di buone pratiche diffuse".
"Quaranta anni di attività sono un traguardo importante, ma anche un punto di partenza per raggiungere nuovi risultati straordinari – ha detto in collegamento la viceministra dell’ambiente e della sicurezza Vannia Gava –. Comieco è l’emblema di come l’alleanza tra pubblico e privato non sia solo possibile ma anche auspicabile, dato che con più di cinque anni di anticipo abbiamo superato il target europeo 2030 in materia di riciclo di carta e cartone. Il Governo conosce bene le esigenze del comparto: abbiamo stanziato 150 milioni del Pnrr per progetti inerenti all’economia circolare, 10 milioni di credito di imposta per le aziende che acquistano materie prime da materiali riciclati e con il decreto bollette previsto incentivi per imprese energivore e piccoli e medi imprenditori. Ma molto altro dobbiamo ancora fare, nella consapevolezza che i progressi tecnologici e l’avanguardia del settore spesso si trovano a fare i conti con direttive obsolete".
"La vera sfida oggi è passare da un modello di economia lineare a un modello di economia circolare – ha spiegato Leonardo Becchetti, professore ordinario di economia all’Università di Roma Tor Vergata e co-fondatore di NeXt Economia –. La storia di Comieco è un esempio di quell’intelligenza relazionale di cui molte volte nella nostra storia il sistema produttivo italiano è stato capace grazie a soggetti aggregatori che hanno un’anima al mercato e sono riusciti a creare relazioni solide tra i portatori di interesse capaci di generare più valore e economico insieme all’impatto sociale. Nel 1985, quando il Consorzio è nato, nell’apice dell’usa e getta, era impensabile parlare di biodegradabilità e riciclabilità: due concetti che hanno trovato spazio anche grazie al supporto del nascente movimento ambientalista".
"Oggi – ha aggiunto Ermete Relacci, presidente della Fondazione Symbola – quando il Governo parla di stop al Green Deal, ricordiamoci che se anni fa non ci fossimo mossi nella direzione ecologica oggi avremo 200 discariche in più. Per questo, investire ‘bene’ nell’economia circolare e nelle rinnovabili, se da un lato rappresenta una sfida, dall’altro può portare l’Italia a dare un contributo importante all’attuale crisi che coinvolge tanti settori".
Jessica Quilici