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Lucca e Pisa, rivalità eterna Ma oggi lo schema è cambiato e si trovano interessi comuni

Dalla fine del Granducato in poi, le due città hanno iniziato un percorso di avvicinamento che è sfociato adirittura in un’unità di intenti come nel caso della difesa dell’aeroporto "Galilei".

Lucca e Pisa, rivalità eterna Ma oggi lo schema è cambiato e si trovano interessi comuni

di Maurizio Guccione

L’iniziativa promossa da La Nazione di regalare con l’edizione di sabato 8 aprile la moneta del Settecento in occasione della Festa della Libertà, ovverosia del giorno in cui Lucca, l’8 aprile 1369, fu liberata dal dominio pisano, rappresenta un’occasione importante. Non solo per i lettori del nostro giornale, ai quali l’evento è dedicato, bensì a tutti coloro i quali, grazie a questo, vorranno partecipare alla rievocazione che fa spostare le lancette indietro di 654 anni.

Diciamo subito che la moneta, di colore dorato, riporta su una faccia l’arme della città “Lucensis Respublica” e – al centro dello stemma – la scrittà “Libertas”. Sull’altro lato della moneta, invece, il logo di “QN La Nazione”. Su questa moneta si concentra il principio irrinunciabile di libertà. Come la storia ci tramanda, fu grazie all’imperatore Carlo IV che emise il proclama utile a restituire alla nostra città la libertà (politica) e l’agognata indipendenza.

Da quel giorno, la prima domenica dopo Pasqua, secondo la locuzione latina la dominica in albis – la domenica bianca – viene festeggiata a Lucca la ritrovata libertà. L’iniziativa de La Nazione rammenta l’avvio di un percorso legato all’indipendenza, con la storia della Repubblica lucchese che inizia quel giorno e che durerà fino al periodo napoleonico. Questa la succinta ricostruzione.

Ma che cosa è cambiato da allora ai giorni nostri? Prendendo spunto da una battuta ironica che ci ha regalato il noto saggista e Medievista Franco Cardini, "è sicuramente cambiato che, per esempio, non esiste più il Granducato di Toscana". E questo è un fatto. Ma di acqua sotto i ponti ne è passata e non potendo scendere nei particolari, arrivamo al presente: perché se un tempo – e ci riferiamo fino a non troppi anni fa – il risentimento tra lucchesi e pisani era forte, oggi constatiamo che “quella” storia – pur con le immutabili incrostazioni – è cambiata.

La necessità e la logica di una comunità che sa guardare con un’ottica più ampia, è dimostrata dai fatti: si ragiona – e lo vediamo in molti ambiti – attraverso il concetto di Area Vasta. Sotterrata l’ascia della rivalità delle origini, oggi Lucca si pone nei confronti di Pisa – ma non solo – facendo leva sulla visione di intenti.

Un campo fra i tanti: quello della mobilità. Era il 2021 quando avvenne il famoso "Patto del cacciucco", quando cioè i sindaci di Lucca (era in carica Alessandro Tambelllini, centrosinistra), quello di Pisa (Michele Conti, centrodestra) e di Livorno (Luca Salvetti, centrosinistra) unitamente al primo cittadino di Firenze, Dario Nardella (centrosinistra) si ritrovarono nella città labronica per siglare il patto che consentisse di avere pari dignità – in questo caso rispetto al capoluogo di regione – in termini di mobilità.

E ancora più recentemente, nel novembre del 2022, quando il nuovo sindaco di Lucca Mario Pardini, ha inviato all’Enac le osservazioni al nuovo Piano degli aeroporti, rivendicando la centralità dello scalo pisano, considerato invece dall’Enac di secondo piano rispetto al "Vespucci" di Firenze. Diciamolo sinceramente: impensabile fino a 20 anni fa. Un lavoro di sinergia, importante e costruttivo, che vede ribaltare ogni più atavica lettura del rapporto tra Lucca e Pisa; dove la visione di un territorio, le cui peculiarità si intersecano anche in termini valoriali, sebbene mosse da strategie di carattere economico e sociale possono finalmente saldarsi.

Ha ragione Cardini: il Granducato non c’è più e la storia serve a questo; a comprendere il mondo di allora, ad analizzarlo per i conflitti e le dinamiche culturali, politiche ed economiche del momento, senza che questo debba rappresentare un ostacolo alla cooperazione futura: un pezzo di storia che si aggiungerà a quella passata.

E, finalmente, senza rancori e con l’obiettivo di un benessere reciproco.