Non aspetta mai la fine del Lucca Film Festival, il presidente Nicola Borrelli, per lavorare all’edizione successiva. Intanto, ecco la data della 21ª edizione: sarà dal 20 al 28 settembre 2025.
Anticipazioni sui possibili ospiti del prossimo anno?
"Iniziamo da Peter Weir, regista di tanti grandi film (tra gli altri: “L’attimo fuggente“, “Il testimone“, “The Truman show“, “Picnic at Hanging Rock“, ndr). Francis Ford Coppola lo stiamo inseguendo da anni e ci proveremo anche questa volta. E poi Sean Penn, per il quale abbiamo speranze abbastanza fondate".
- Ma anche quest’anno non avete affatto scherzato...
"Tante star, tutte eccezionali. Il più carismatico, forse, Matthew Modine, la persona più gentile che abbia mai incontrato. Ethan Hawke si è dimostrato molto “alla mano“, disponibile e soprattutto umile, specialmente nei confronti di Paul Schrader che considera un vero maestro. Lo stesso Schrader invece si è messo a giocare con noi a biliardo al Circolo dell’Unione. Anzi, visto il nostro livello, si è messo a insegnarci colpi e giocate".
- Un bilancio più che positivo. Ringraziamenti particolari?
"A parte sponsor, ovviamente, più staff, stagisti e stagiste e volontari e volontarie, direi al pubblico: quest’anno veramente ci ha regalato sale sempre piene per tutti gli eventi, facendoci superare ogni record".
- Confermerete questa formula, oltre alla collocazione?
"Sì. Siamo molto soddisfatti anche dei concorsi, che hanno raccolto grande partecipazione. Voglio sottolineare il successo delle due nuove iniziative, “Scrivere Cinema“ e “Buona la prima!“: abbiamo avuto tanti ragazzi che sono venuti qui a proprie spese, tornando anche per le premiazioni. Noi facciamo tutto questo per cercare di far nascere il cinema italiano del futuro, che possa cambiare in meglio rispetto al momento attuale. E tutto inizia dalle storie: senza quelle, non c’è cinema. La collocazione ci sembra la migliore possibile, equidistante tra Venezia e Roma e più propizia per le promozioni e per gli ospiti".
- Nuove idee?
"Puntiamo a fare qualche performance-omaggio in più sul red carpet, sul modello di quella de “L’attimo fuggente“ che ha commosso Hawke. E poi speriamo di trovare un contenitore espositivo anche istituzionale per allestire più di una mostra".
- E nuovi legami col territorio?
"Quest’anno abbiamo aggiunto le Acli a “50&Più“. Altre collaborazioni sono necessarie per radicare sempre di più il festival, cercando un pubblico sempre più ampio e pluralità di voci. Siamo il festival più grande in Toscana e direi nei primi cinque in Italia, ma si può fare meglio".
Paolo Ceragioli