REDAZIONE LUCCA

Lucca Futura, Piantanida rinuncia ”Difficile conciliare con la famiglia“

La prima dei non eletti sarebbe dovuta entrare al posto di Cecilia Lorenzoni, ma lascia: ”Sono una caregiver“

Elena Piantanida ha deciso di rinunciare. In alto Serena Borselli

Elena Piantanida ha deciso di rinunciare. In alto Serena Borselli

Lucca Futura: in consiglio comunale entrerà Serena Borselli e non Elena Piantanida al posto della dimissionaria Cecilia Lorenzoni, la quale aveva rinunciato all’incarico manifestando difficoltà a conciliare l’impegno politico con la vita di madre lavoratrice. Ma anche la seconda dei non eletti (che è una caregiver), però, adesso denuncia problemi analoghi nello spiegare perché ha dovuto dire di “no“.

“La vita del caregiver familiare - afferma Piantanida – è fatta di tanti piccoli equilibri e la responsabilità costante di prendersi cura di qualcun altro (non autosufficiente) non consente di decidere come destinare il proprio tempo libero perché è sempre condizionato dal sacrificio del tempo libero di qualcun altro. Bastano anche piccoli intoppi che si può stravolgere il menage familiare”.

“Le considerazioni della collega Lorenzoni – va avanti Piantanida – sulla difficoltà di conciliare vita lavorativa e familiare, con l’impegno politico nelle istituzioni, valgono infatti anche per me in quanto caregiver. Condivido queste riflessioni nell’intento di stimolare il dibattito, e la ricerca di soluzioni, uscendo dalla solita, stanca retorica che da anni si conclude senza provvedimenti concreti”.

“Confrontandomi con i colleghi di Lucca Futura – spiega ancora – che continuerò a supportare da cittadina, ho deciso quindi di lasciare spazio a Serena Borselli, che ringrazio per aver dato disponibilità di tempo e di impegno politico per il ruolo totalizzante che richiede la rappresentanza nelle istituzioni. Un ruolo, quello del Consigliere Comunale, molto gravoso e che si somma all’organizzazione della propria vita lavorativa e personale. Un incarico che avrei svolto con enorme piacere ma a due anni e mezzo dalla candidatura, diventa difficile da inserire in una vita che mi ero ormai organizzata diversamente. Rimane comunque il mio impegno, che prosegue da anni, nel volontariato in due associazioni per la difesa dei diritti delle persone con disabilità. A cui si aggiunge il ruolo il caregiver familiare che rappresenta un “welfare volontaristico” nascosto tra le mura domestiche, non riconosciuto ne supportato dallo Stato, ma fondamentale per la collettività, presente e importante per la vita di tante migliaia di persone con disabilità non autosufficienti”.