Due i “malesseri“ che la Lucchese deve con forza superare in fretta per non sprofondare ancora di più verso il basso e sono, da una parte l’"anemia" da gol (media 0,8 a partita e quarto peggior attacco del girone) e dall’altra l’identità perduta. Già, perché la sua iniziale immagine si è a poco a poco sbiadita, a causa sicuramente di una serie di infortuni, per le troppe gare ravvicinate, ma anche per il cambiamento tattico adottato specialmente nell’ultimo periodo.
L’ultimo esempio si è avuto a Carrara, quando, con Tiritiello, Benassai e Merletti a disposizione, l’allenatore rossonero ha riproposto la difesa a tre con Gucher al centro, consegnando di fatto le chiavi del centrocampo al giovane, ma inesperto Djbril, poi sostituito nella ripresa. In precedenza Gorgone, dopo aver “sposato“ l’iniziale e prolifico 4-2-3-1 è passato, forse anche per necessità, al 4-3-3. Comunque sia questo continuo cambiamento di modulo e di uomini ha finito per pesare, in qualche modo, sul rendimento della squadra, che dopo la vittoria dell’Arezzo nel posticipo contro il Perugia (la sconfitta è costata la panchina a Francesco Baldini e si parla dell’ingaggio dell’esperto Fontana) è scivolata fuori dalla zona play-off, senza dimenticare che il Gubbio ha una gara da recuperare e che l‘Entella ha giocato ieri sera. C’è, insomma, una classifica che non può soddisfare e che va migliorata già a partire da venerdì sera quando al Porta Elisa calerà l’Ancona (mancheranno tre titolarissimi come gli squalificati Cella, Martina e Gatto), che chiuderà il girone di andata, proprio come lo scorso anno.
Ricordiamo ancora una volta che di solito per entrare nei play-off servono almeno 50 punti. Oggi la Lucchese ne ha 21 ed ha a disposizione il match contro i dorici, che però è sempre stato complicato, per provare a salire a quota 24. Va da sé, comunque, che la squadra dovrà correre parecchio nel girone di ritorno per disputare i play-off, non importa in quale posizione, specialmente se non dovesse riuscire a battere l’Ancona. Dalla prima squadra al settore giovanile, che avrebbe dovuto essere, nei piani iniziali, il fiore all’occhiello della nuova società e che invece sta perdendo i “pezzi“, oltre ad andare male in tutte le classifiche, ma questo è un aspetto secondario.
La società ha deciso di svincolare ben 14 giocatori: Claudio Conte (2007), Ferdinando De Lorenzo (2007), Francesco Fagioli (2008), Surya Freiha (2005), Simone Frigeri (2009), Gabriele Gallo (2009), Gabriel Garofalo (2007), Francesco Giusti (2007), Damiano Morello (2008), Luca Muratore (2005), Lorenzo Paffile (2007), Matteo Romagnoli (2009), Andrea Ruggiero (2008) e Lapo Sinatti (2008).
Ma sarebbero altre le “criticità“, che cominciano a venire alla luce, come i ritardi nelle spettanze economiche ai vari allenatori e cose del genere, per la verità poco piacevoli e che non contribuiscono di certo al tanto auspicato cambio nella conduzione generale della società.
Emiliano Pellegrini