MASSIMO STEFANINI
Cronaca

“Solo 5 anni? Pena troppo lieve”. Il dolore della vedova del pensionato ucciso ad Altopascio

Delitto di Luigi Pulcini. L’omicida, un ventenne, ha ammesso le sue colpe e ha concordato la pena. Sandra Baldi, la vedova della vittima: "Pena che accresce il mio dolore"

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Luigi Pulcini (la vittima) e la moglie Sandra Baldi in un momento di felicità

Lucca, 9 agosto 2024 – “Mi avete dato davvero una brutta notizia, il patteggiamento a cinque anni di reclusione per aver ammazzato mio marito? Darò mandato al mio avvocato di opporsi in tutti i modi possibili...".

Questo il commento a caldo di Sandra Baldi, la vedova di Luigi Pulcini, il commerciante che venne assalito il 6 agosto 2023 mentre era seduto ad un tavolo esterno di un bar in piazza Umberto ad Altopascio. Un giovane di 20 anni, Richard Balestra, secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli sferrò un pugno che fece stramazzare fatalmente il pensionato a terra. I due neppure si conoscevano.

Il motivo? Sembra un commento non gradito sulla ragazza che viaggiava con lui su una Fiat 500: il ragazzo scese dall’utilitaria per colpire Pulcini che, trasportato all’ospedale Cisanello di Pisa, morì il 15 agosto dopo dieci giorni di agonia: troppo estese le ferite alla testa, sbattuta violentemente sull’asfalto nella caduta. Balestra venne arrestato il primo novembre dopo mesi di indagini anche se era l’unico sospettato fin dalle prime ore.

Il prossimo 19 settembre è prevista l’udienza davanti al gup al tribunale di Lucca e la proposta di patteggiamento con pena di cinque anni, sarà sottoposta al giudice Simone Silvestri il quale avrà ovviamente l’ultima parola sulla conguità della pena.

Luigi Pulcini, imprenditore del ramo pizzerie, originario delle Marche, aveva sempre vissuto a Roma, ma durante tutte le estati veniva a Spianate, luogo di origine della moglie. Ogni mattina era solito sorseggiare il caffè nel solito locale. Adesso la signora Baldi è frastornata.

"Per me si tratta di una pena troppo lieve che accresce ancora di più il dolore di noi familiari – commenta la signora – io non sono esperta di questioni giuridiche, se c’è questa possibilità che i legali dell’imputato intendono sfruttare, evidentemente la legge italiana glielo consente. Ma oltre alle norme, credetemi, ci sono anche altre considerazioni".

“Mio marito – aggiunge la signora – quella mattina è stato aggredito per futili motivi e tra l’altro ancora da dimostrare. Non si è potuto certo difendere. Poi tutti i cavilli, le attenuanti li lascio ai giudici. Ma quel ragazzo che l’ha ammazzato meritava almeno 15 anni per riflettere su ciò che ha fatto. Questa è la mia opinione. La pena non dovrebbe essere commisurata al reato? Chi ha stroncato la vita di Luigi merita così poco? Gli amici e i parenti mi stanno vicino e meno male, perché il film di quella terribile mattina purtroppo circola sempre nella mia mente".

Massimo Stefanini