Lucca, 21 febbraio 2023 – Non è un allarme vano, nessuna esagerazione. La nota favola di Esopo resta un attimo in panchina. Il lupo c’è, in branchi, e alle porte della città. L’ultima prova è quella che ci ha fornito un nostro lettore, la foto di una testa di cinghiale e nulla più, avvistata sabato lungo il parco fluviale, lato Sant’Anna, vicino alla centrale idroelettrica nella zona delle “cascate“. Un coltivatore diretto di lunga esperienza e ancora con “le mani nella terra“ come Carlo Incrocci di Sant’Alessio, non si stupisce. Le foto che ci regala parlano da sole. La prima a sinistra è quella di un lupo avvistato da lui poche settimane fa a Sant’Alessio, nella zona dietro il ristorante Il bamboro, alle 4 del pomeriggio. “E questo è un lupo vero e proprio – sottolinea – non certo un ibrido. E altri ne ho visti di recente a Carignano“. Le altre documento il risultato di altre scorrerie recenti: un asino un po’ più anziano rispetto ad altri due che stavano insieme (risparmiati dall’assalto) sbranato all’interno di una proprietà che si trova sopra il Seminario, a Tre Cancelli. Poi un capriolo sventrato ritrovato pochi giorni fa in via dei Borelli a Sant’Alessio. Sono solo le ultime testimonianze di una presenza sempre più incombente nelle nostre zone e, soprattutto, vicino alle nostre case. Più datato il video del lupo che di notte entra nell’abitato di Colle di Compito e fa a brandelli un povero cagnolino.
“Aumentano i cinghiali, che ci devastano le coltivazioni, di conseguenza aumentano i lupi – sintetizza efficacemente Carlo Incrocci –. E i primi per fuggire si avvicinano alle case, di conseguenza fanno i secondi. Di tracce inequivocabili ne troviamo in continuazione. Tre-quattro sere fa il proprietario della storica segheria di Castiglioncello ha avvistato un branco, erano una decina di lupi. Il problema è che mentre il cinghiale ha antagonisti, le stesse battute di caccia di selezione, il lupo non ne ha. E può proliferare indisturbato. E’ un problema serio“. Un problema con riflessi importanti sulle coltivazioni, oltretutto già colpite da un meteo pazzo. “ La provinciale fa quel che può nel cercare di contenerne il numero ma pare un rattoppo su un colabrodo – dice Incrocci – . Così ho cercato di virare la produzione a causa dei continui assalti dei cinghiali. Ho preso in affitto alcuni campi nel Morianese e uno anche a Sant’Alessio, dove ho seminato colza, che notoriamente non piace ai cinghiali. Eppure sono arrivati pure lì, scavando e distruggendo forse in cerca di vermetti che stanno nel terreno. Un disastro“.
Quanto si moltiplicano i cinghiali, devastanti per le nostre campagne, tanto si avvicinano i lupi, suscitando preoccupazione per i cucciolini di casa. “Una situazione fuori controllo, decisamente peggiorata negli ultimi tempi. Si cerca di correre ai ripari per quello che si può – sottolinea Incrocci –. Intanto ho chiesto l’indennizzo per mancato raccolto, mentre al momento mi è stato riconosciuto solo un ettaro di colture perse. Nei campi coltivati ho adottato tutti i criteri di prevenzione indicati dalle normative, ma i cinghiali non li ferma nessuno. E’ un problema che chiede una soluzione seria. Ne va delle nostre campagne, dei nostri prodotti, della nostra economia e del nostro mangiar sano“.