di Vincenzo
Pardini
La memoria di una città dovrebbe sapere mantenere vivi i meriti dei suoi uomini illustri. Fra questi uomini noi abbiamo anche Carlo Piaggia (1827-1882), famoso esploratore che, all’età di 24 anni partì alla volta dell’Africa, dimostrando coraggio, intuito e lungimiranza. Nei giorni scorsi, dalle colonne del nostro giornale, Luca Lupi, biografo di Piaggia e membro dell’Accademia delle Scienze di Siena e della Società Toscana delle Scienze Naturali, ha proposto di dedicargli una targa commemorativa in via Fillungo dove, dal ritorno di una esplorazione africana, Piaggia visse un periodo in casa del marito di una sua cugina.
Ma nonostante l’amministrazione comunale - dice Lupi - abbia condiviso l’idea della sua proposta, altrettanto non è avvenuto fra tutti gli abitanti del palazzo sulla cui facciata dovrebbe essere affissa la targa. Bisogna ora dire che viviamo in un tempo così frenetico che sono sempre di meno coloro che si occupano di storia e cultura locali. Di certo una perdita immane, poiché è attraverso il passato che possiamo capire meglio il presente. Il medesimo che Piaggia, con le sue esplorazioni dai risvolti scientifici, ha contributo a darci, tanto è vero che continua ancora ad essere seguito e studiato. Forse meriterebbe di più di una targa.