Hanno deciso di raccontare la loro verità, in attesa dei prossimi sviluppi del processo. Vincenzo D’Isanto, 53 anni, originario di Castelfiorentino e Debora Campanozzi, 53 anni di San Severo (Foggia), sono stati rinviati a giudizio lunedì scorso, per tutti i reati contestati dal pm Elena Leone, in quanto ex gestori della Rsa privata “Oasi di pace“ di Bagni di Lucca, nel novembre 2022 vennero arrestati dai carabinieri con pesantissime accuse di maltrattamenti. Il gup Antonia Aracri ha fissato il processo per il 5 dicembre prossimo davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Nidia Genovese. I difensori dei due imputati hanno deciso di non avvalersi del rito abbreviato, come era stato invece ipotizzato alla vigilia dell’udienza gup, ma hanno anzi chiesto al giudice il non luogo a procedere. I due, che non si erano presentati all’udienza in tribunale, hanno afidato ai loro legali una lettera, nella quale hanno scritto la loro verità.
“I signori Campanozzi e D’Isanto, come sempre dall’inizio di questo procedimento, si professano innocenti ed intendono dimostrarlo all’interno del processo penale, assistiti dai loro difensori e con le garanzie ed i poteri che la legge garantisce - si legge -. La scelta di non definire il procedimento con rito alternativo, sebbene capace di assicurare la riduzione della pena, è motivata proprio dalla ferma volontà di evidenziare come le accuse mosse siano assolutamente infondate. L’esperienza di Villa Debora è stata positiva per tante persone bisognose di aiuto e assistenza e le accuse mosse sono respinte con forza. Villa Debora per tante persone che non avevano più nessuno che si prendesse cura di loro è stato l’unico rifugio sicuro dove hanno trovato umanità e pieno spirito di assistenza. E’ proprio per questo che, ancora oggi tantissimi ospiti che hanno avuto modo di soggiornare a Villa Debora ne conservano un ricordo positivo ed esprimono affetto e solidarietà nei confronti dei due coniugi“.
“Campanozzi e D’Isanto manifestano tutta la loro fiducia nella giustizia - concludono - e cercheranno, con tutti i mezzi a loro disposizione, di dimostrare la loro estraneità ai fatti“.
Iacopo Nathan