Lucca, 3 agosto 2021 - "La società Virtus Lucca si è rivelata determinante per Marcell". Proprio così. Viviana Masini non ha dubbi. Da madre di quello straordinario Marcell Jacobs – arrivato sul tetto del mondo nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo – ha vissuto e visto crescere la passione del figlio per l’atletica ed ha visto anche l’attenzione e la cura con la quale la Virtus Lucca nel corso degli anni, prima che lui approdasse alle Fiamme Oro, lo ha allevato e consigliato. Il giorno (ieri alle 12 ora italiana) della premiazione dell’uomo più veloce del pianeta ha nuovamente rimesso al centro del mondo l’impresa di Jacobs e l’entusiasmo è alle stelle anche nella “sua“ Lucca. Quella Lucca cioè che lo ha cresciuto ed ha visto muovere i primi concreti passi, fino alla conquista appunto dell’oro olimpico domenica.
Viviana Masini dicevamo, la mamma non solo dell’uomo più veloce del pianeta, ma anche del primo italiano a qualificarsi e addirittura a vincere l’oro olimpico, migliorando dalla batteria alla finale record italiani ed europei, non ha dubbi su dove sia cominciata la costruzione di questa medaglia. Senza dubbio a Lucca. Dove Jacobs ritornerà a settembre, mese nel quale ci saranno anche gli assoluti tricolori a Caorle, in provincia di Venezia e se l’erede di Bolt deciderà di correre lo farà con la maglia della Virtus, la società… civile per così dire, non appartenente cioè a corpi militari (adesso il campione è tesserato per le Fiamme Oro), che lo ha lanciato. "Alla cerimonia di premiazione l’ho visto emozionato - spiega ancora la madre, titolare di un hotel a Manerba del Garda - mi ha riferito che soltanto nei prossimi giorni forse realizzerà l’accaduto".
Non potrebbe essere diversamente. Ma qual è il rapporto con Lucca, suo e di Marcell? "Adoriamo la vostra città, è vivibile, la gente è cordiale, educata, ma sempre con il sorriso, si mangia bene, avete dei tesori inestimabili sotto il profilo artistico ed architettonico, che volete di più? Credetemi, spesso non ci si rende conto e magari si apprezza meno vivendo in un luogo".
Un posto in particolare a cui siete più legati? "Siamo venuti tante volte e non ci stancheremmo mai di osservare le Mura, in giro per il mondo ce ne sono tanti esempi, ma l’"arborato cerchio" ha un fascino particolare".
Lucca uguale Virtus, la società di atletica dove tutto è cominciato, come ricorda quel periodo? "Della città ho detto, è chiaro che poi la famiglia Martinelli per noi è stata meravigliosa, con loro il ragazzo è migliorato tecnicamente, ha trovato un ambiente splendido sotto il profilo umano, fino al 2019 mio figlio arrivava apposta per le cene di Natale, ha instaurato un bellissimo rapporto con i ragazzi che adesso si allenano lì. Del resto a Desenzano c’era soltanto la società femminile, Lucca era lontana, ma ci avevano assicurato che i tecnici erano all’avanguardia e così è stato. Mi ricordo le prime gare, anche nel salto in lungo, vinse una gara regionale juniores di notevole livello e sia Sergio sia Matteo Martinelli erano felicissimi. Lucca può essere vista come il trampolino di lancio ed un posto dove Marcell ha ricevuto ottimi insegnamenti ed è stato trattato bene".
Ma è vero che suo figlio ha cominciato con il calcio? "Sì, con un dirigente, il signor Bardazzi, che gli disse più o meno che era veloce e che era lodevole l’impegno che ci metteva, ma che era meglio dedicarsi ad altro, perché tanto la palla non la vedeva mai".
Ha qualche hobby in particolare? "Lo sport a 360 gradi, a parte la sua professione si interessa di tutto, era un buon giocatore di basket e, in pochi lo sanno, apprezza la boxe. Con suo fratello vanno a vedere incontri. Senza dimenticare l’automobilismo, è tifoso di Hamilton".
A Lucca si è migliorato, poi ha spiccato il volo, ma come ha fatto il salto di qualità? "Avete notato la serenità della finale? Traspariva dal suo volto. Due fattori determinanti, la mental coach e la nascita dei figli".
Allora appuntamento a Lucca? "Certamente".