PAOLO PACINI
Cronaca

"Fermiamo la violenza". Rabbia e dolore per la tragica fine di Maria Ferreira

Ancora da fissare la data dei funerali della 51enne uccisa dal marito. Intanto la Conferenza delle Donne Democratiche sottolinea la necessità di "un’opera continua di informazione, tutela, difesa"

La manifestazione dell’altra sera a Fornaci contro la violenza sulle donne (Borghesi)

La manifestazione dell’altra sera a Fornaci contro la violenza sulle donne (Borghesi)

Lucca, 2 marzo 2024 – Non è stato ancora rilasciato il nullaosta della Procura per la salma di Maria Batista Ferreira, la donna di 51 anni pugnalata a morte lunedì scorso dal marito Vittorio Pescaglini a Fornaci di Barga. Gli accertamenti sono stati concusi dal medico legale Stefano Pierotti, ma la data dei funerali non è stata ancora fissata. Peraltro c’è ancora da chiarire se la figlia che vive in Brasile ha intenzione di partecipare alla cerimonia funebre e i tempi potrebbero allungarsi.

Intanto la Conferenza delle Donne Democratiche di Lucca, Piana, Media Valle e Garfagnana interviene sul femminicidio. "Basta violenza! Basta morire per mano di un uomo. Inizia marzo e, mentre ci apprestiamo a celebrare la Giornata Internazionale della Donna, non possiamo non rivolgere il nostro pensiero a tutte quelle donne che sono state uccise, a tutti quei femminicidi che hanno insanguinato, nei giorni passati, anche i nostri territori. Nessun tempo è esente, nessun luogo è esente dalla violenza sulle donne che si esercita in tanti modi, dal più velato ed insidioso, al più tragico e fatale".

“Sara Buratin, Maria Ferreira, Renee Amato, Nicoletta Zomparelli e Antonella Salamone sono le ultime in ordine di tempo, le donne uccise nel mese di febbraio, precedute da altre donne, da altri nomi, da altre esistenze brutalmente annientate da uomini. Ogni colpo inferto a loro è un colpo inferto a tutte le donne, giovani, adulte e anziane, ricche e povere, italiane o straniere. Diciamo sempre che l’otto marzo dev’essere tutti i giorni e così tutti i giorni siamo in prima linea a difendere il diritto delle donne ad autodeterminarsi, ad essere libere, a scegliere quali opportunità cogliere per crescere, realizzarsi, vivere".

“Purtroppo – prosegue il documento – i diritti faticosamente conquistati nei decenni scorsi non sono dati acquisiti e intoccabili, ma sono sempre suscettibili di pericolosi ritorni a un passato che non vorremmo più vedere. Ed è solo con la prevenzione che si può progredire, attraverso un’opera continua di informazione, di tutela, di difesa in cui le donne devono essere messe in condizione di poter avere gli stessi diritti degli uomini. Finché le donne avranno difficoltà all’accesso al lavoro, alla conciliazione dei tempi di vita, ad un reddito dignitoso che consenta loro di non dipendere economicamente più dai compagni che le maltrattano, non saranno mai libere. E qui, come donne democratiche, sta il nostro impegno: rimuovere gli ostacoli che vengono posti a tutte noi davanti da un sistema troppo abbarbicato a schemi obsoleti, volti solo a difendere i privilegi di pochi".

“Il sangue versato dalle donne non dev’essere vano, ma un monito a guardare avanti per la libertà di tutte. Le panchine rosse, i lucchetti nei pressi delle nostre piazze (come quelli che sono stati asportati di recente dalla statua della Pupporona; e ne chiediamo il motivo al Comune di Lucca) non sono simulacri vuoti di finta partecipazione, ma sono punti di partenza per le battaglie che proseguono, in nome di tutte le donne uccise. Nella certezza che quello che si fa per ogni donna si fa per tutte e tutti: per tutte le donne e per tutti gli uomini".