CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Fabbrica, poesie e 53 anni d’amore. "Ecco l’elisir del matrimonio eterno"

Lucca, Giovanna e Venanzio sono una delle coppie più longeve in città: "Godetevi i sentimenti. Mai avere paura"

Giovanna e Venanzio, una delle coppie più longeve di Lucca

Lucca, 4 gennaio 2020 - Gonnona di velluto rosso e camicetta di broccato. Quel vestitino, Giovanna che faceva la sarta, se l’era cucito tutto da sola. Le amiche la squadravano: "Sei sputata a una delle Kessler". Un complimento mica da poco. Mentre le gemelline quella sera del 1965, infilavano un abitino di paielltes canticchiando "La Notte è Piccola" in Rai, Giovanna infilava l’uscio del salone della CantonI, all’Acquacalda.

Il gigante dei filati, aveva organizzato una ’Serata danzante di Carnevale’. E quella notte, da "troppo piccolina", divenne lunghissima. Fra i 2mila del salone, tra operai della Cantoni e ’civili’, le pupille sbatterono su quelle di un tizio: alto, bruno e bello come un divo, inguainato nel golf di cashmere.

Era Venanzio Pieruccini: si puntarono, ballarono. E quell’operaio, 2 anni dopo, il 6 agosto 1967, divenne il ’suo’ Venanzio. "Ci sposammo - sorride lui che oggi ha 77 anni, 4 in meno di Giovanna – alle 8.30 di mattina perché non avevamo soldi e farlo in quel modo costava meno". Avevano 3 milioni e mezzo di lire di cambiali da pagare.

Oggi i Pieruccini sono marito e moglie da 53 anni, una delle 200 coppie che punta spedita verso le nozze di diamante. E su quella notte ci ridono. "Ancora - sorride Giovanna - a chiamarlo Venanzio, non mi ci sono abituata". Roba da tenere una lectio sull’amore ai 15mila single lucchesi. Ma l’alchimia segreta non c’è.

E’ una regola di vita, semplice semplice: "Il matrimonio è una pianta, da innaffiare ogni giorno". Come qualche settimana fa, quando Giovanna era immersa nella vasca da bagno. E lui, a 77 anni, ha frugato il giardino a caccia di una rosa rossa. Poi l’ha legata su una canna, ha bussato alla finestra in alto e gliel’ha porta dal davanzale.

"Non si tratta di essere patetici o rincretiniti - dice Venanzio - il mondo non è fatto di cose che ti metti addosso, ma di sentimenti". Parola di uno che la tessera Cgil, alla Cantoni, la prese nel 1964 "la notte, di nascosto perché se ti vedevano erano guai". Il ’68 lo ha preso di petto in fabbrica come rappresentante sindacale. Intorno al tavolo della loro casa a Picciorana, ci si ritrovava tutto il gruppo ’rosso’ della Cantoni.

I 4mila dipendenti ribollivano. C’era il cottimo da sconfiggere, le lotte di fabbrica, l’idea di occupare. E Giovanna al suo fianco, partecipava alle riunioni, diceva la sua e lo sosteneva.

Perché anche se faceva la sarta, donna era pure lei. E le donne alla Cantoni erano il 60%, campavano quasi di solo cottimo, sfibrandosi dita e polmoni.

"Ma alla fine - dice Venanzio - in fabbrica sono state ’liberate’". Quella battaglia la fece anche in nome di Giovanna.

"Noi non siamo mai andati a letto una volta senza parlarci o litigare. Parlarsi è tutto". Ma un matrimonio così lungo, per un ’millenial’, nato nei 2000, è ancora possibile? "Sì - rispondono- basta non avere paura di amare, paura di nulla. Il ragazzo di oggi rischia di essere un incompiuto. La nostra generazione ha fallito dando vita a troppo materialismo. Deve godere dei sentimenti, lottare per tenerne la freschezza". In pratica: mai arrendersi.

«Nella vita le disgrazie non devono dividere". Come quei 3 milioni e mezzo di cambiali ai quali ora la coppia ripensa dalla sua casa, divenuta villetta con giardino. O i lutti dei genitori o a figli che non sono venuti. "Non abbiamo figli ma ne abbiamo tanti". Quei tanti sono le persone da 40 anni incollate alla coppia. Nel loro giardinetto 2 anni fa, c’e ne erano 150 a brindare ai 50 anni di nozze. "Ma non ci fate passare da vecchi patetici: siamo vivi, innamorati. E facciamo l’amore".

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