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Medici verso la “depenalizzazione“ “Un provvedimento essenziale“

Il presidente dell’Ordine provinciale, Umberto Quiriconi: “Gli errori sono spesso causati da una sanità in tilt“

Medici verso la “depenalizzazione“ “Un provvedimento essenziale“

Camici bianchi nella morsa degli effetti boomerang degli organici all’osso – il caso Pronto Soccorso fa scuola ma anche la nefrologia lucchese affoga – ma forse presto non più del rischio condanne penali, eccetto i casi di dolo e colpa grave.

Lo scudo penale toglie un fardello non da poco, è così dottor Umberto Quiriconi?

“Certo anche se va letto e compreso per quello che effettivamente è questo emendamento avviato dal Governo al Decreto Milleproroghe. Depenalizzare l’atto medico non è licenza di uccidere, tanto è vero che esulano dal provvedimento i casi di dolo e colpa grave e restano in piedi l’aspetto civilistico e risarcitorio“.

Quindi cosa cambia?

“Cambierà molto, perché restituirà serenità laddove invece il campo è ormai terra di conquista di una conflittualità esasperata tra medico e paziente, favorita, lo dico, da certi studi di avvocati che sobillano i clienti affinché ricorrano penalmente contro il curante. Non sto parlando degli studi legali lucchesi che sono al contrario molto corretti. Ma è chiaro che tutto ciò snatura il rapporto medico paziente, inficiando anche il lavoro del medico dal punto di vista qualitativo. In questo clima generale il medico si sente inibito“.

E qui scatta la medicina difensiva, giusto?

“E’ così. E forse non si ha idea di quanto costi. Ogni anno si buttano dalla finestra 13 miliardi di accertamenti inutili fatti spesso per cautelarsi contro eventuali rivalse. Esami al moltiplicatore, anche più di quelli indicati dalle linee guida per quella patologia, che intasano le liste di attesa. E’ un altro problema che rende il provvedimento necessario“.

E’ un provvedimento ex novo?

“Si era affacciato già in epoca Covid quando i medici si erano trovati a tu per tu con una patologia virale nuova e non c’erano linee guida. Lo scudo penale, quindi l’impossibilità di condannare o inquisire dal punto di vista penale tranne nei casi di dolo e colpa grave, serviva a mettere al sicuro il lavoro dei medici. Purtroppo questa esigenza resta anche oltre la pandemia. E poi consideriamo che lo scudo penale manca solo in Italia, Messico e Polonia. E che in Italia ci sono 35mila procedimenti e il 95% si risolve in un niente di fatto. Servirà anche a sfoltire il lavoro delle Procure e a incentivare il ruolo della mediazione“.

Quanto incide sull’errore umano la situazione di penuria di personale?

“Anche a Lucca, moltissimo. Il punto è anche questo, spesso le cause penali vengono intentate ai medici non tanto per imperizia o imprudenza o mancanza di diligenza, ma per disservizi derivanti dal dissesto del servizio sanitario che costringe a turni infiniti e tanti pazienti in carico contemporaneamente“.

L’Asl ha appena annunciato l’arrivo di due nuovi medici per il Pronto soccorso del San Luca.

“Una goccia nel mare. Non solo al pronto soccorso ma anche in nefrologia a Lucca manca la metà del personale, sono situazioni gravissime. In nefrologia da tempo immemore manca anche il primario. Alla carenza di personale si aggiunge quella di letti, un handicap di partenza del San Luca, troppo piccolo, che denunciammo più volte all’epoca. E poi servono più ambulanze per la dimissione dal pronto soccorso“.

Ha visto che la commissione comunale aveva tentato un sopralluogo, ma l’Asl ha tenuto le porte chiuse?

“L’Asl ha invocato il Covid e da un punto di vista sanitario posso dire che è ineccepibile. Comunque il sopralluogo può essere un di più di fronte a problemi, quelli del Pronto Soccorso del San Luca, che sono ben noti“.

Laura Sartini