A distanza di 40 anni dalla storica spedizione del 1982, si ritorna in Africa per proseguire la valorizzazione dell’esploratore capannorese Carlo Piaggia. Dopo la pubblicazione di libri e l’inaugurazione della statua in centro, vicino alle scuole elementari, ora c’è la data precisa di partenza, il prossimo 26 febbraio. Fino al 6 marzo il sindaco di Capannori Luca Menesini (da giovane in Ruanda nelle missioni umanitarie), sarà in Sudan per apporre due targhe: la prima presso l’aula magna del Comboni College e la seconda nella regione di Carcoggi (odierna Karcoj), nel luogo di sepoltura dello scienziato. Il primo cittadino sarà accompagnato da esponenti dell’Istituto Storico Lucchese e dallo studioso Luca Lupi, fotografo, scrittore, divulgatore scientifico, ricercatore, vulcanologo, docente, profondo conoscitore della cultura di quel Continente. Il primo cittadino potrà contare anche sull’appoggio logistico dell’Istituto comboniano e dell’ambasciata italiana.
Un progetto pluriennale del club per l’UNESCO di Lucca, partito anni fa e avviato dal professor Giorgio Tori. Quando sembrava tutto pronto, compreso il finanziamento concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio, nel 2019 tensioni sociali e politiche nello Stato africano prima, la pandemia poi, suggerirono di rinviare. Adesso però ci siamo. Il Comune più grande della Piana celebra uno dei suoi figli, nato a Badia di Cantignano. La famiglia di Piaggia era composta da padre, madre e sei fratelli.
Tutti lavoravano nelle terre o nel mulino di proprietà. Iniziò a ricevere un’adeguata istruzione dal parroco del paese, appassionandosi alla lettura dei libri, ma dovette abbandonare per continuare a svolgere le sue mansioni nei campi. All’età di ventidue anni perse, a causa del colera, la madre, tre fratelli e due sorelle. Consumato dal dolore e dai gravi problemi economici in cui si trovava, il Primo maggio del 1851 decise di lasciare l’Italia per svolgere attività lavorative a Tunisi e ad Alessandria. Compiuti i ventinove anni, nel 1856-57 iniziò il suo primo viaggio esplorativo del corso del Nilo, partendo da Khartoum, dove si uniscono i due rami principali del fiume più lungo del pianeta.
Dopo un primo ritorno a Lucca, nel 1860 accompagnò Orazio Antinori nel viaggio lungo il bacino del Bahr el Ghazal (il fiume delle gazzelle). Ha lavorato anche per la Società Geografica Italiana. Un personaggio che avrà un posto di rilievo durante le celebrazioni del bicentenario del Comune, il 23 settembre del 2023.
Massimo Stefanini