
Mensa scolastica (Germogli)
Lucca, 13 novembre 2014 - FREDDI. O, nei casi migliori, tiepidi. Sono i piatti che arrivano sulle tavole dei bambini della scuola elementare di San Macario in Piano. La segnalazione che giunge da alcuni genitori è precisa e circostanziata: i pasti non sono caldi, e c’è chi pensa non soltanto ad un incontro tra genitori la prossima settimana per fare il punto sul problema, ma anche a farsi restituire i soldi spesi per il buono pasto. Che, Isee a parte, ammonta a 5 euro. Alla scuola elementare di San Macario in Piano il rientro - e dunque la mensa - c’è soltanto il lunedì. E c’è chi sottolinea che i bambini tornano a casa lamentandosi di quello che hanno (o non hanno) mangiato, mentre c’è addirittura chi sottolinea come non pochi studenti portino da casa la focaccia da mangiare nel caso in cui il pasto a mensa non risulti soddisfacente. E così moltissimo materiale verrebbe gettato nell’immondizia, ogni settimana. La protesta si fa sentire, e i genitori chiedono risposte. Il problema insomma, per alcuni genitori, esiste. Ma c’è di più. C’è chi parla del fatto che quando sono stati effettuati gli incontri - anche con il Comune - tutto risulta per così dire perfetto e senza problemi. Ma sulla carta.
PERCHÉ all’atto pratico in realtà non pare che la mensa - almeno per quanto riguarda la scuola elementare di San Macario in Piano - riscuota tutto questo grande successo. Ad onor del vero c’è da fare delle differenze e dei distinguo. Secondo anche personale interno alla scuola, si apprende come il lunedì solitamente sia il giorno di piatti già di per sé «freddi»: dunque formaggi o prosciutto. Ma la pasta - che invece a cose normali è un piatto da consumarsi caldo - , arriverebbe freddo o comunque tiepido. Solo le zuppe, difficile dire il perché, sarebbero alla giusta temperatura. Fatto sta che le famiglie protestano, e pare di capire che anche nella stessa scuola altri non apprezzerebbero quanto servito. Oltre a questo, viene messa sotto accusa la mancanza di sapore. Una polemica, quest’ultima, che si va ad aggiungere a quella già scoppiata pochi mesi fa sulle quantità - scarse - che arrivavano sulle tavole dei piccoli commensali. Una questione denunciata a suo tempo proprio da La Nazione e che, a quanto si apprende, ha permesso di cambiare qualcosa nel corso delle settimane. Che ci sia nuovamente da modificare qualcosa?