
Germogli Ph 04/11/2010 Castelfiorentino Studenti all’istituto alberghiero Enriques, cuochi, camerieri, cucina
Lucca, 9 novembre 2014 - DOLCE e amaro è il verdetto della severa giuria della «guida rossa» 2015 , fresca di stampa, con novità che hanno consegnato qualcuno nell’olimpo dei super chef, mentre per altri invetabilmente l’attesa si allungherà di almeno un anno.
A conquistare l’ambita stella Michelen è l’«Imbuto» di Cristiano Tomei, all’interno del museo d’arte contemporanea Lu.C.C.A. La motivazione? «Cucina creativa e fantasiosa che riflette la vocazione avanguardista». Sull’onda della tradizione che non sbaglia, e infatti mette in cassaforte l’ennesima riconferma, è il ristorante Buca di Sant’Antonio, tre forchette. La Buca dello chef Giuliano Pacini è dal 1960 – forse addirittura prima – un punto di riferimento, stabilmente inserita nella guida Michelin. «Al piano terra quella che in origine era la stalla per il cambio dei cavalli, mentre la ‘buca’ è al piano inferiore. Il menù è vivacizzato da piatti regionali eseguiti secondo antiche ricette». «All’Olivo» manitene strette le due forchette con la sua «squisita cucina del territorio e un piacevole servizio estivo all’aperto». Due forchette anche per l’Antica Locanda dell’Angelo di via Pescheria, e anche per l’Antica Osteria dell’Hotel Noblesse, in via Santa Croce.
TRA i nuovi posizionamenti c’è l’Osteria Verciani «Il Mecenate a Lucca», che conquista una forchetta. Tra le inossidabili conferme anche il ristorante di Villa Marta a San Lorenzo a Vaccoli, Marta Guest House a Santa Maria del Giudice e La Cecca a Coselli. La stella Michelin torna anche quest’anno in casa «Butterfly», il ristorante di Fabrizio Girasoli sulla via del Brennero a Marlia. Gli esperti gourmet sono stati in questo caso conquistati dalla «gestione familiare in una cucina elaborata dalle presentazioni ricercate». Forino non perde il primato di unico ristorante citato nella frazione di Capannori - con due forchette - mentre a Segromigno in Monte la citazione è per la Fattoria Mansi Bernardini, a Gragnano per Serendepico - due forchette -, a Camigliano per I Diavoletti – una forchetta - , a Valgiano per la Tenuta di S. Pietro. Tirando le somme il comune di Capannori fa incetta con ben 7 ristoranti inseriti a vario titolo nella mitica classifica delle eccellenze a tavola. Ma la zona del Morianese si mette in mostra grazie a una significativa new entry, quella del ristorante osteria Pio: «L’osteria è il punto di raccolta dei prodotti della lucchesia: ricette antiche o dimenticate (su prenotazione), cacciagione, birre e vini sfusi locali». «Un riconoscimento importante ma anche eccezionale – commentano i titolari – perchè giunto dopo solo il primo anno di attività di questa nuova gestione della storia osteria. Manterremo fede alla formula originale: piatti della tradizione lucchese e garfagnina ma anche di innovazione e costante attenzione al rapporto qualità prezzo».
E GLI alberghi? Tre «case» per il San Luca Palace, il Grand Hotel Guinigi, Ilaria e Residenza dell’Alba, con un riconoscimento speciale (le tre case rosse) al Noblesse. Poi ancora Hambros Il Parco, Alla Corte degli Angeli, Celide, San Marco, San Martino, La Luna, Melecchi, Piccolo Hotel Puccini, Palazzo Tucci, A Palazzo Busdraghi, Villa Romantica, Alla Dimora Lucense. Tra i nuovi piazzamenti quello di Palazzo Rocchi in piazza San Michele e il Piccolo Ritz sul viale Puccini.