
L’ex assessore ricostruisce la vicenda, difende il suo operato e se la prende con il gruppo consiliare. Non mancano neanche le critiche al sindaco.
"E alla fine Minniti è stato fatto fuori dalla solita congiura di partito": è lo stesso assessore escluso dalla giunta Pardini a dichiararlo in terza persona. Minniti ha tentato di spiegare le sue ragioni con un lunghissimo post sul suo profilo Facebook nel quale non ha risparmiato nessuno, nemmeno il sindaco, ma in primis a finire sulla graticola sono i suoi quasi ex compagni di partito, trattati come se fossero avversari sin dalle elezioni.
"C’è poco da fare contro il senso di frustrazione di chi è stato sonoramente battuto alle elezioni – scrive – e contro il desiderio di rivalsa di chi, avendo preso meno della metà dei voti di Minniti o essendo entrato in consiglio comunale con la miseria di soli 100 voti, poteva ambire alla poltrona di assessore soltanto facendo fuori il candidato più votato di tutta la coalizione di centrodestra che in tal modo ha dato un notevole contributo alla vittoria nelle elezioni del 2022".
Poi, ecco le critiche al partito. "Non ne esce bene nemmeno la Lega – aggiunge sempre usando la terza persona – che scarica un proprio tesserato che alle amministrative da solo ha preso il 40% di tutti i voti di lista e che con il suo apporto ha fatto entrate in Consiglio almeno due dei consiglieri comunali che lo hanno tradito e che così facendo perde autorevolezza, prestigio e soprattutto consenso di fronte ai cittadini per cui alle prossime amministrative faticherà a conservare quel 6% rimediato nel 2022. E, infine, non ne esce bene nemmeno Massimiliano Baldini il vero regista della congiura che in questo modo elimina il suo più pericoloso concorrente in vista delle elezioni regionali quando Minniti per la verità era totalmente concentrato nella sua attività di assessore".
Secondo Minniti – il cui post ha ricevuto oltre duecento mi piace tra cui quello di alcuni esponenti di centrodestra, come, fra gli altri, Maurizio Marchetti, Michele Giannini e l’amministratore del Teatro Giorgio Lazzarini e il presidente del consiglio, Enrico Torrini – è stata solo una prova di debolezza di Baldini per il quale, secondo l’ex assessore, sarà difficile mantenere il posto in Regione. Minniti rivendica il merito di aver mediato con la Prefettura per evitare la realizzazione del Cas ad Antraccoli e la scelta di questa soluzione finita nella bufera per il testo della determina.
"La determinazione dirigenziale – aggiunge – è atto proprio del dirigente che non deve condividerla con l’assessore e infatti, è stata emessa senza la mia verifica finale; per questo motivo la sconsiderata posizione di Baldini e dei suoi fedelissimi consiglieri comunali è un vero e proprio attacco all’amministrazione Pardini vista la polemica sollevata dall’opposizione e che, a ben vedere, rischia di ritorcersi contro gli stessi congiurati atteso che se permarrà la destinazione ad emergenza abitativa dell’immobile di Antraccoli, anche a prescindere da modifiche di facciata alla determina, i consiglieri della Lega per coerenza dovrebbero uscire dalla maggioranza".
Infine, Minniti, nel frattempo passato alla prima persona singolare, contesta chi lo ritiene inadeguato, rivendica i meriti del suo assessorato e ringrazia il sindaco, ma con un punta di critica per non averlo difeso con il dirigente Paoli. "E’ stata per me una esperienza unica aver lavorato con il sindaco Pardini che sta facendo un ottimo lavoro lo farà ancora in futuro. Dispiace solo che, a volte, un sindaco decida di tutelare la parte amministrativa a discapito di quella politica".
Fabrizio Vincenti